Non so se per tutto il resto c’è mastercard, è più facile che ci sia Soros, però è certo che sentire, non semplicemente ascoltare, Andrea Marcigliano e Pippo Franco che evocano il sommo poeta non ha veramente prezzo. E noi eletti, una volta tanto, che li abbiamo sentiti in chiusura dell’annuale workshop del Nodo di Gordio, grazie Daniele Lazzeri, ci siamo ripagati della frustrazione di un anno di celebrazioni del 700º dalla morte che quasi sempre hanno calpestato il nostro Dante, così come lo abbiamo vissuto nella scuola gentiliana come nelle recitazioni a memoria dei nostri vecchi. Pape Satàn, pape Satàn aleppe ed in un attimo, meglio di Mary Poppins, ci dimentichiamo di Benigni e del politicamente corretto che cerca di diluire in salsa gender lo spirito dantesco che ancora informa la civiltà italiana. È una guerra dura, ma Andrea e Pippo ci hanno regalato una volontà nuova per resistere, che non abbiamo trovato nei fasti ufficiali di una povertà retorica avvilente. Una delle poche eccezioni, lo sottolineiamo, è il bellissimo libro di Chiara Mercuri sul suo esilio tormentato. Sì, perché Dante era uomo totus politicus, con una grande visione geopolitica, l’aquila e la translatio imperii, un uomo che amava le donne e la vita, Beatrice e Cecco Angiolieri, che non faceva di mestiere il poeta ma utilizzava la sua esperienza politica nelle corti del tempo per sopravvivere. Ha ragione Pippo Franco, vale la pena sostare in raccoglimento ed in silenzio sulla sua tomba a Ravenna, lontano dalla sua Firenze che ha tanto odiato perché ha disperatamente amato, e forse riusciremo a scacciare, almeno per un momento, il destino cyborg sospeso su di noi ed illuminarci della scintilla divina che Boccaccio vide per primo nella Commedia…
La Redazione
Guarda anche il video “SOL INVICTUS LECTIO MAGISTRALIS DANTE E LA TRANSLATIO IMPERII” di Idealweb Tv: https://www.youtube.com/watch?v=EY5pLQVgtS0
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