Leggiamo che a Tripoli il premier Dbeibah, ha nominato a capo del Mukhabarat, i servizi di intelligence, Hussein al-Ayeb, ai tempi del regime braccio destro del cognato del Colonnello, Abdallah Senoussi. Molto rumore per nulla, ci viene d’istinto. Non facciamo in tempo a recuperare l’ottimismo volontario che subito veniamo sorpresi, sempre fermi sul bagnasciuga, da Romano Prodi che ci comunica autorevolmente con un’intervista che il mare nostrum è diventato mare aliorum, il mare degli altri, precisa per i non avvezzi al latinorum. Ma come non avevamo fatto fuori quell’amerikano, con la k, del Berlusca ed eravamo tutto “primavere arabe” col corollario delle nuove libertà civili ed ora l’Unione europea viene addirittura accusata d’inerzia? Anche se modestamente non ci pare che allora Sarkozy e la Merkel rimanessero tanto inerti, e come ci affrettammo a lasciare la Siria nel 2012 e come perseveriamo oggi nelle sanzioni dietro l’invincibile armata dell’Alto Rappresentante Eu Josep Borell, mentre il trio Cina-Russia-Iran si sfrega le mani.
Vabbè lasciamo stare la grande geopolitica, l’eterno scetticismo anarchico-individualista del si stava meglio quando si stava peggio e degli italiani che non si fanno più e consoliamoci con i bollettini di guerra alla pandemia del Generale Figliuolo.
Però siamo tormentati dall’impressione di essere stati turlupinati ed allora prepotentemente dal sottosuolo vernacolare riemerge un vecchio detto: che per i bischeri un c’è Paradiso! E noi in Paradiso ci vorremmo andare.
La Redazione
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