Valicata la soglia psicologica dei 1000 giorni di conflitto un dato parrebbe (forse) ormai chiaro: né Mosca, né tantomeno Kiev, risultano essere in grado di prevalere sull’altro.
Nonostante i più recenti sviluppi – l’autorizzazione statunitense a colpire il territorio della Federazione Russa con sofisticate armi occidentali, seguita dalla intimidatoria risposta moscovita nell’Oblast di Dnipro – abbiano senza dubbio rischiato di portare a un punto di non ritorno, il (necessario) congelamento di un conflitto non sembra più un lontano miraggio. A distanza di poche settimane l’uno dall’altro, sono stati pubblicati due interessanti sondaggi circa la popolazione ucraina e russa. il primo, condotto da Gallup[1], noto istituto di ricerche statistiche statunitense per l’analisi dell’opinione pubblica, ha sondato gli umori degli ucraini in una fascia temporale che scorre da agosto a ottobre 2024. Il secondo, svolto da Russian Field[2], un ente di ricerca indipendente, ha aggiornato le sue costanti rilevazioni circa la percezione dei russi sul conflitto e le sue conseguenze.
Sebbene le domande poste agli intervistati non fossero le medesime, sono emersi alcuni dati salienti che accomunano russi e ucraini. Entrambe le popolazioni, a quasi tre anni dall’inizio del conflitto su larga scala e quasi undici dall’inizio della crisi, risultano essere stanche. Per la prima volta in Ucraina, la maggioranza degli intervistati (52%) si è dichiarata favorevole a concedere territori, attraverso un negoziato, in cambio di un accordo di pace. Gli sfavorevoli, sempre in meno, convinti ancora di poter ottenere una “vittoria” si attestano sul 38%. Statistiche impossibili da ignorare sia da parte degli apparati ucraini che da quelli statunitensi. Se gli armamenti Made in Usa e le iniezioni finanziario-economiche dei principali Paesi europei hanno fornito strumenti vitali alla resistenza ucraina, quest’ultima germina dalla volontà del popolo ucraino stesso. Non potrà essere certo l’Ucraina, da sola, a decidere di terminare le ostilità, ma gli ucraini sì. A quel punto toccherebbe alle truppe a stelle e strisce e dei vari satelliti; meglio sfruttare l’umore favorevole degli ucraini per congelare il conflitto. Anche per gli apparati del Cremlino la situazione è tutt’altro che rosea. Il sondaggio di Russian Fieldda una parte sottolinea come il 63% degli intervistati si ritenga soddisfatto della conduzione dell’operazione militare speciale, dall’altra, però, segnala come anche fra i russi serpeggino sentimenti quali stanchezza e paura. Alla domanda – negoziati o proseguimento delle ostilità – il 53% dei russi si è espresso a favore di un’apertura delle trattative. Solamente il 36% ritiene sia giusto continuare con l’operazione militare, il dato più basso registrato dal 24 febbraio 2022.
Per la prima volta, da tempo, russi e ucraini sono sulla stessa lunghezza d’onda. È l’ora di una tregua.
[1] Half of Ukrainians Want Quick, Negotiated End to War
[2] Военная операция в Украине. 16 волна (2-12 ноября 2024)
Paolo Lolli
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