Immersi nelle crescenti preoccupazioni per il prolungarsi dell’emergenza legata al quotidiano conteggio di morti e contagiati dal Coronavirus; a tratti nauseati dalla bulimia informativa veicolata massmediaticamente ed attraverso la potente quanto pericolosa rete dei social network, corriamo il rischio di perdere di vista due aspetti cruciali che ci accompagneranno nei prossimi mesi.
Nonostante le indiscutibili eccellenze professionali dimostrate anche in questa occasione da medici ed infermieri nella lotta contro il virus, infatti, in questa occasione si è dimostrata la plateale carenza delle strutture sanitarie italiane. La folle corsa ai tagli di bilancio per le spese legate alla sanità – effettuate peraltro in modo colpevolmente bipartisan dai governi succedutesi negli ultimi decenni – stanno portando al collasso i complessi ospedalieri per mancanza di personale qualificato e di spazi adeguati per rispondere all’emergenza.
Ma sono gli effetti socio-economici del Covid-19 che dovrebbero indurre ad una maggior preoccupazione. La palese inadeguatezza dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte nel fronteggiare la situazione, sta infatti facendo perdere la pazienza ai milioni di italiani che, magari controvoglia, hanno sinora rispettato le limitazioni alle libertà personali e alla circolazione imposte dal governo a suon di decreti. Il grottesco ed incalzante susseguirsi dei nuovi modelli di autocertificazione, l’incertezza per le aziende nella prosecuzione della propria attività commerciale e la conseguente precarietà dei posti di lavoro, uniti all’obbligo di rimanere in clausura coatta nel ristretto perimetro delle quattro mura domestiche, rischiano a breve di far scoppiare una pericolosa rivolta sociale.
“La cattività, incattivisce” si potrebbe dire… e la costrizione determinata dai decreti delle ultime settimane difficilmente potrà essere procrastinata a lungo… Pena l’insorgere di proteste e disordini a partire dall’Italia meridionale dove – non a caso – si è già parlato di inviare in forze l’esercito. Una protesta che presto potrebbe travolgere tutto il Paese che, alle preoccupazioni legate al Covid-19, aggiungerà la crescente difficoltà economica derivante dall’assenza di un reddito.
Non solo. È in atto anche un latente conflitto istituzionale determinato dalla rincorsa di Regioni e Comuni nell’emanare ordinanze sempre più restrittive rispetto alla normativa nazionale. Un conflitto che crea una deleteria incertezza nell’attribuzione delle competenze tra centro e periferia.
Le disposizioni – peraltro di dubbia efficacia – prese dall’esecutivo e che stanno cambiando le abitudini sociali degli italiani sono – e debbono rimanere – delle misure strettamente connesse all’attuale “stato di emergenza”. Non devono quindi tramutarsi nell’immaginario collettivo in norme ancora vigenti di una futura quanto orwelliana “normalità”. La situazione di panico e terrore psicologico determinato dalla diffusione del virus ed il clima surreale di queste settimane di isolamento sociale, non possono concedere spazio alla lesione dei diritti fondamentali come quelli delle libertà individuali. Una pericolosa violazione delle tutele previste dalla Costituzione, ben evidenziata da Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale.
Per tacere del recente balbettio in Parlamento del ministro per l’Istruzione, Lucia Azzolina, che si è limitata a trincerarsi dietro vaghi ed improbabili commenti sulla necessità di un rinvio della riapertura delle scuole. Dichiarazioni che hanno determinato un ulteriore clima di incertezza nelle famiglie sempre più in difficoltà nel gestire i figli rinchiusi in casa da settimane.
Sullo sfondo l’incombere di una crisi economica su vasta scala, determinata dalla contestuale e significativa diminuzione di domanda e offerta. Meno redditi, meno consumi da un lato. Blocco della produzione, crollo dei fatturati dall’altro.
Per uscire da questo circolo vizioso, urgono interventi celeri e consistenti sia in Italia che in Europa, coordinati con le politiche economiche nel resto del mondo.
Riparleremo di tutto ciò a stretto giro su queste pagine…
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Daniele Lazzeri
Chairman think tank “Il Nodo di Gordio”
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