Continuano a persistere le divergenze tra Giappone e Russia nella disputa territoriale di vecchia data sulle isole Curili che blocca la conclusione del trattato di pace tra i due Paesi. Secondo fonti governative giapponesi, il primo ministro Shinzo Abe avrebbe intenzione di rinunciare a raggiungere un ampio accordo sul trattato di pace Giappone-Russia, nell’incontro previsto con il presidente russo Vladimir Putin nel mese di giugno, a margine del summit del Gruppo dei 20 ad Osaka.
Il Japan Timesriporta che il premier giapponese avrebbe sperato di ottenere da Putin la promessa della restituzione di due delle quattro isole, (conosciute in Giappone come Territori del Nord e in Russia come Kurili meridionali), ma le possibilità di una svolta immediata apparirebbero deboli e quindi Abe avrebbe scelto di tornare momentaneamente alla sua precedente strategia, cioè quella di condurre attività economiche congiunte nelle isole con la Russia, continuando i negoziati.
Le isole al largo di Hokkaido sono sotto il controllo russo dopo la resa del Giappone, nel 1945, che segnò la fine della Seconda guerra mondiale (L’URSS entrò in guerra con il Giappone solo il 9 agosto 1945, subito dopo che gli Stati Uniti sganciarono la bomba atomica su Hiroshima). Nel 1956, i russi offrirono per la prima volta di restituire al Giappone le due isole più piccole, Shikotan e Habomai, in cambio della firma del trattato di pace, ma l’idea fu subito abbandonata a seguito dell’alleanza militare di Tokyo con gli Stati Uniti.
Circa 17.000 russi risiedono sulle isole Kunashiri, Etorofu e Shikotan, mentre il gruppo delle isole di Habomai è disabitato. Shikotan e il gruppo Habomai rappresentano solo il 7% della massa terrestre totale delle isole contese. Le risorse naturali sono parti rilevanti della disputa. Le isole sono circondate da zone ricche di pesca, dove sembra ci siano riserve offshore di petrolio e gas. Depositi rari di renio sono stati trovati nel vulcano Kudravy sull’isola di Iturup. Anche Il turismo è una potenziale fonte di reddito, le isole sono un paradiso naturale con una natura ancora incontaminata. Il mancato trattato di pace, a 73 anni dalla fine della guerra, rimane ancora fonte di tensione.
Putin ha espresso preoccupazione per il fatto che la restituzione delle due isole minori – Shikotan e il gruppo dell’isolotto Habomai – spianerebbe la strada agli Stati Uniti, principale alleato del Giappone, per lo schieramento di truppe nella regione. Altro elemento che frenerebbe lo slancio verso una soluzione è il risultato di un sondaggio del 2016 dove due terzi dei russi sarebbero contrari alla restituzione delle isole Curili al Giappone. Tokyo, nel frattempo, ha respinto la richiesta della Russia di riconoscere la sua sovranità sulle quattro isole come condizione per la firma del trattato di pace. Con una spaccatura così ampia nei negoziati, un alto funzionario giapponese ha detto: “È improbabile che avremo qualche tipo di accordo al vertice del G20”. Inoltre sarebbe difficile per il governo giapponese e il suo leader, da decenni alla ricerca della soluzione sui “Territori del Nord”, accettare solo il 7% di un’area che il Giappone rivendica totalmente come propria.
Secondo quanto riportato dalThe Moscow Times, prima del vertice del 22 gennaio scorso, erano stati evidenziati i disaccordi tra le due parti. Il ministro degli esteri russo, Lavrov, aveva detto che Tokyo avrebbe dovuto riconoscere l’esito della seconda guerra mondiale, e cioè riconoscere la sovranità russa sulle Curili, come condizione preliminare per la possibile restituzione delle due isole più piccole (Habomai e Shikotan).
Tokyo ha mantenuto la sua posizione sul fatto che i territori sono stati occupati illegalmente dall’Unione Sovietica e quindi dovrebbero essere restituiti al suo legale possessore cioè al Giappone.
Alcuni giorni fa, l’agenzia di stampa russa, TASS, ha riportato che funzionari giapponesi e russi hanno tenuto un altro giro di colloqui sull’attività economica congiunta nelle Isole Curili meridionali.
“Le parti hanno discusso in dettaglio l’attività economica congiunta sulle quattro isole contese con l’obiettivo di raggiungere un accordo, che faciliterebbe l’attuazione dei progetti”. Mosca e Tokyo stanno attualmente conducendo consultazioni su un’attività economica congiunta sulle isole Curili meridionali in cinque aree, acquacoltura, agricoltura, turismo, green energy e gestione dei rifiuti. Le due parti considerano quest’attività un passo verso il trattato di pace tra Russia e Giappone.
Tuttavia, secondo Tokyo, i due paesi hanno approcci diversi sul modo in cui tali progetti devono essere implementati. La Russia crede che questo dovrebbe essere fatto secondo le sue leggi, mentre il Giappone insiste sulla creazione di un sistema legale speciale per le isole Curili meridionali.
I due paesi stanno inoltre considerando l’istituzione di un sistema che consenta agli abitanti di viaggiare senza visto, tra Sakhalin, nell’estremo oriente della Russia, e Hokkaido, proposta che il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha fatto a gennaio in un incontro con il ministro degli Esteri giapponese, Taro Kono. Kono ha in programma di recarsi a Mosca a metà maggio per continuare i colloqui con Lavrov.
Continuando a mantenere le relazioni politiche ed economiche e nonostante l’apparente mancanza di progressi fatti finora, i due paesi continueranno a tenere colloqui sulla firma del trattato di pace.
Elvio Rotondo
Country Analyst de “Il Nodo di Gordio”