Le rivendicazioni della Cina sulle isole contese, l’arcipelago Senkaku, e il rischio di un attacco nucleare da parte della Corea del Nord starebbe portando il governo di Tokyo ad un rafforzamento della difesa del proprio territorio.
Il Ministero della Difesa, pochi giorni fa, il 31 gennaio, ha fatto sapere che il Giappone ha raddoppiato il numero dei jet da combattimento F-15 dispiegati sull’isola meridionale di Okinawa, isola nelle vicinanze delle isole contese (isole Senkaku) nel Mar Cinese orientale.
La Forza di Auto-Difesa Aerea del Giappone attualmente conta circa 40 F-15 nella base di Naha di Okinawa.
Il Giappone e la Cina si sono regolarmente scontrati sul possesso delle isole Senkaku, controllate da Tokyo, nel Mar Cinese orientale, che Pechino rivendica come le Diaoyus. Le navi e gli aerei cinesi mettono regolarmente alla prova le forze giapponesi. Dal 2008 la Cina invia navi governative nelle acque al largo delle Isole Senkaku ed effettua ripetute incursioni nelle acque territoriali del Giappone.
“Si tratta di una linea del fronte della difesa nazionale”, ha detto il vice ministro della Difesa Kenji Wakamiya, riportato da Jiji Press, durante la cerimonia del 31 gennaio alla base Naha, per segnare la creazione di una nuova unità composta dai jet appena assegnati.
Il Ministero della Difesa ha trasferito circa 20 F-15 dalla base Tsuiki, nell’isola sud-occidentale di Kyushu, a Naha.
Le unità missilistiche superficie-aria Patriot Advanced Capability-3 (PAC-3) si schiereranno sia nella Prefettura di Okinawa che nell’area metropolitana di Tokyo.
Il The-Japan-News.com ha riportato che la Forza di Auto-Difesa Aerea del Giappone si starebbe preparando, a livello nazionale, contro un possibile lancio di missili balistici a lungo raggio da parte della Corea del Nord.
Al Ministero della Difesa di Ichigaya, Tokyo, le unità PAC-3 sono arrivate nella notte del 29 gennaio e la mattina seguente sono state installate e puntate verso nord-ovest per intercettare eventuali missili.
Lo schieramento ha seguito l’emissione, da parte del ministro della Difesa Gen Nakatani, di un “destructive measures order”, un ordine basato sulla legge delle Forze di Auto Difesa che autorizza le forze armate del paese a distruggere i missili balistici a lungo raggio nel caso rappresentassero un pericolo per il Giappone.
La Forza di Auto-Difesa della Marina starebbe schierando anche cacciatorpedinieri dotati di “AEGIS”, il sistema più moderno di difesa area e missilistica nel Mar del Giappone e in altre aree. Insieme ai missili PAC-3 fanno parte della strategia difensiva a due stadi del governo per intercettare i missili. La sera del 27 gennaio, il cacciatorpediniere Kirishima, dotato di missili SM-3, sarebbe partito dalla Base Navale di Yokosuka.
Lo scorso 29 gennaio, il capo di gabinetto Yoshihide Suga ha detto in una conferenza stampa: “Non possiamo escludere la possibilità che la Corea del Nord faccia qualcosa di provocatorio, senza preavviso, come ad esempio il lancio di un missile balistico”. “La prontezza del governo sarà solida come una roccia per proteggere la vita delle persone.”
Il governo aveva informato i governatori delle prefetture e altri dirigenti locali che, in caso di un possibile lancio di missili, le informazioni sul suo previsto impatto saranno trasmesse attraverso il sistema di warning J-Alert istantaneo nazionale e il network system “EM-Net”.
Secondo il The Japan Times, alla fine di dicembre dello scorso anno, il gabinetto del Primo Ministro giapponese, Shinzo Abe, ha approvato uno stanziamento record di 41.4 miliardi di dollari per il bilancio della difesa per l’anno fiscale 2016/2017. Leggermente al di sotto del budget richiesto dal Ministero della Difesa giapponese (MOD) ma il quarto consecutivo da quando Shinzo Abe si è insediato nel dicembre 2012.
Elvio Rotondo
Country Analyst
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