Al di là delle lobby che appoggiavano i due candidati alle presidenziali degli Stati Uniti, il successo di Trump dimostra il totale fallimento del politicamente corretto. Di fronte ad una crisi economica che ha schiacciato il ceto medio ed ha arricchito ulteriormente i supercapitalisti americani, senza far compiere significativi passi avanti alla popolazione più povera, il voto per Trump ha rappresentato la ribellione della classe media bianca contro le logiche del buonismo a senso unico e senza risultati concreti.
Uno schiaffo degli elettori alle inutili esibizioni dello star system: attrici, cantanti, registi, tutti schierati per Clinton e tutti totalmente ignorati dai cittadini “normali”. Non è bastato, a Clinton, promettere di seguire una parte dei programmi sociali e socialisti di Sanders per convincere l’elettorato più giovane che non si è fidato delle parole di chi è sempre stata parte di un sistema di potere finanziario ed economico che ha pensato solo ad arricchirsi ed ha ignorato il progressivo impoverimento degli americani. Che hanno visto aumentare l’occupazione, ma non la qualità del lavoro e tanto meno le retribuzioni.
Alessandro Grandi