#Giulietto Chiesa: il ricordo di Franco #Cardini, direttore editoriale della rivista @NododiGordio
Questo Minimum Cardinianum è atipico: e Dio sa se vorrei non trovarmi mai a dedicargli qualcosa di questo genere. Ma quello che è successo fa parte della vita di tutti noi e di ciascuno di noi.
Giulietto Chiesa – cittadino, uomo politico, parlamentare, scrittore, giornalista, polemista – era anzitutto tre cose: era buono, onesto e coraggioso. Forse in vita sua ha commesso molti sbagli: come tutti. Forse non tutte le sue idee erano sottoscrivibili: come quelle di ciascuno di noi. Ma è uno che non ha mai abbandonato il combattimento in prima linea per i valori nei quali credeva; uno che ad essi non ha mai anteposto nulla, compresi – e soprattutto – la sua immagine e il suo personale interesse.
Noi tutti che lo abbiamo apprezzato, che gli siamo stati amici, che abbiamo condiviso le sue battaglia, siamo certi che non lo scorderemo.
Nella prima scena dell’Atto secondo del Flauto magico, scritto da Emanuiel Schikaneder e musicato da Wolfgang Amadeus Mozart, il Gran Sacerdote Sarastro presenta al collegio dei Sacerdoti il principe Tamino, dichiarandolo degno per purezza e virtù di aspirare alla vista della grande luce della saggezza. I Sacerdoti chiedono a Sarastro se egli è in possesso dei requisiti a ciò necessari: Sarastro risponde affermativamente. L’ultimo a interloquire esprime un dubbio sulla capacità del candidato di sopportare disagi che non ha mai conosciuto, in quanto è un principe. Ma Sarastro risponde: “E’ di più: è un uomo!”.Giulietto ha meritato questo medesimo elogio.
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