Mercoledì 11 settembre, il Segretario di Stato statunitense e il suo omologo britannico si sono recati in visita a Kiev. Accompagnati, dal popolarissimo ex Generale Zaluzhny in veste di ambasciatore ucraino a Londra, i due hanno incontrato alti funzionari civili e militari ucraini da Zelens’kyj fino al nuovo Ministro degli esteri, Andrii Sybiha, nominato di recente al posto del dimissionario Kuleba. Gli Stati Uniti sarebbero pronti a riconsiderare la propria tattica circa l’utilizzo di missili a lungo raggio. Attaccare in profondità il territorio della Federazione Russa con armi statunitensi e britanniche è quanto richiedono gli apparati ucraini da tempo.
Nonostante Washington abbia finora resistito alle sollecitazioni ucraine, la sempre più precaria situazione sui diversi fronti di guerra impone un deciso cambio tattico. Sin dall’esordio dell’invasione russa, gli Stati Uniti hanno cercato di barcamenarsi attraverso due imperativi fra di loro strettamente connessi: fornire a Kiev tutto il supporto necessario affinché il Paese fosse in grado di resistere, non di vincere; allo stesso tempo, tale supporto deve evitare di trascinare gli Stati Uniti e soci in un confronto diretto con la Federazione Russa. Esercizio per niente semplice quest’ultimo e che richiede un costante bilanciamento e adattamento alla situazione, onde evitare di varcare il punto di non ritorno. Dopo aver fornito carri armati e ultimamente anche gli F-16, inizialmente non forniti per paura delle reazioni del Cremlino, nei prossimi giorni capiremo se un’altra famigerata “linea rossa” verrà superata. Sebbene, ufficialmente, Washington sia propensa a prendere questa decisione giustificandola quale necessaria risposta all’invio di missili balistici a corto raggio da Teheran verso Mosca, ufficiosamente pare esserci altro. Le truppe russe premono con particolare intensità nell’Oblast di Donec’k. Sono sempre più vicine alla cittadina di Pokrovsk, snodo logistico chiave per la difesa di Kiev nella regione orientale. Una sua caduta, oltre a compromettere quasi definitivamente la posizione di Kiev nell’Est del Paese, renderebbe la città di Dnipro un potenziale nuovo obiettivo. Anche nell’Oblast di Kursk, dopo aver brillantemente beneficiato dell’effetto sorpresa, la situazione pare ora favorevole a Mosca con le truppe ucraine che subiscono ora la controffensiva russa.
Accompagnare, se necessario imponendolo, i due belligeranti verso un processo di negoziazione è quanto più desiderano gli Stati Uniti. Per far ciò che questo accada Washington, temendo un possibile collasso delle linee difensive nel Donec’k, ritiene necessario rafforzare la futura posizione negoziale dell’Ucraina garantendole la possibilità di colpire nel cuore della Federazione Russa.
Paolo Lolli
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