Stati Uniti e Corea del Sud sono pronti per l’esercitazione navale congiunta prevista per la prossima settimana. La 7a Flotta della Marina americana ha comunicato che l’esercitazione, programmata per il 16 ottobre nelle acque orientali e occidentali della Corea del Sud (Mar di Giappone e Mar Giallo), vede coinvolta anche la portaerei Ronald Reagan. L’esercitazione Maritime Counter Special Operations (MCSOFEX) della durata di dieci giorni verificherà le “comunicazioni, l’interoperabilità e la partnership” degli alleati. Alle attività addestrative prenderanno parte anche aerei americani e sudcoreani.Il Vice Ammiraglio Jung Jin-seop, comandante dell’operazione della Marina della Corea del Sud ha riferito che si tratta di una “regolare esercitazione, congiunta e combinata per contrastare le minacce marittime della Corea del Nord e affinare l’interoperabilità della Corea del Sud con gli Stati Uniti”.
Nel frattempo, il sottomarino nucleare “Michigan” è giunto nel porto sudcoreano di Busan il 13 ottobre 2017, pochi giorni dopo la partenza di un altro sottomarino nucleare – USS Tucson.Il ministro della Difesa di Seoul, Song Young-moo, durante una visita al sottomarino, ha posto l’accento sul fatto che si tratta di “ un regolare schieramento degli assetti strategici degli Stati Uniti” nella penisola.
Il sottomarino USS Michigan è uno dei quattro sottomarini della classe Ohio con missili guidati. E’ il secondo sottomarino nucleare lanciamissili da crociera della classe Ohio prodotto per la marina militare degli Stati Uniti d’America, dispone di 154 missili. Con una lunghezza di 560 piedi, e un dislocamento di 16.764 tonnellate in superficie e oltre 18.000 in immersione, è uno dei più grandi sottomarini al mondo. L’USS Michigan riesce a muoversi sotto la calotta polare e può colpire senza riemergere con un preavviso di soli pochi minuti. Di solito la funzione di questi sommergibili è di servire come piattaforma di lancio per i missili balistici intercontinentali a testata nucleare multipla, oltre a quella di sostenere missioni di Forze Speciali Operative.
Lo scorso anno, i militari americani e sudcoreani avevano iniziato le esercitazioni congiunte a largo della costa della penisola coreana il 10 ottobre. Le forze armate americane avevano schierato la portaerei nucleare, l’USS Ronald Reagan e altri 6 navi. Seoul aveva partecipato con più di 40 navi, tra cui alcune dotate del sistema radar Aegis avanzato. Lo scopo dell’esercitazione era di simulare un attacco dal mare sulle forze del nord e ai suoi sottomarini.
Negli ultimi mesi, il presidente Trump e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, si sono scambiati dichiarazioni belliche e insulti personali aumentando così i toni della retorica. Proprio alcuni giorni fa Kim Jong-un avrebbe dichiarato che le armi atomiche sono una “spada preziosa” per proteggere il paese dall’aggressione. Sebbene la Corea del Sud e gli Stati Uniti insistano sul fatto che l’esercitazione della prossima settimana sia di natura difensiva, la Corea del Nord la considera una prova di guerra per l’invasione.
Si hanno timori che la Corea del Nord possa effettuare un test missilistico durante l’esercitazione. Il 13 ottobre funzionari nordcoreani hanno reiterato la minaccia di lanciare missili balistici nelle vicinanze dell’isola di Guam. L’agenzia di stampa nordcoreana, KCNA, ha elencato una serie di provocazioni da parte degli Stati Uniti, tra cui una litania di minacce roboanti del presidente Trump, il recente dispiegamento di un sottomarino nucleare statunitense e di portaerei nella regione e un nuovo ciclo di esercitazioni navali congiunte ad “alta intensità ” tra Stati Uniti e Corea del Sud. La Corea del Nord ha fatto simili minacce agli Stati Uniti per decenni. Ma Trump ha aggiunto altre minacce alle tensioni delle ultime settimane utilizzando gli stessi toni, come quelle di “distruggere totalmente” o scatenare “fuoco e furia” sulla Corea del Nord. Trump aveva dichiarato inoltre che il segretario di Stato Rex W. Tillerson stava “perdendo tempo” cercando di negoziare con la Corea del Nord.
Ad ogni modo, al momento, non sembra essere nelle intenzioni di Kim negoziare sul programma di armi nucleari nordcoreane. Il test precedente ha costretto Washington ad accelerare la campagna globale per utilizzare sanzioni e pressioni sulla Corea del Nord. Secondo quanto riporta il NYT, il 12 ottobre, gli Emirati Arabi Uniti hanno dichiarato che non rilasceranno nuovi visti ai lavoratori nordcoreani. Kuwait e Qatar hanno intrapreso passi simili nelle ultime settimane. Diverse migliaia di lavoratori nordcoreani hanno lavorato nei cantieri del Medio Oriente, guadagnando soldi per il loro governo.
In questo momento, è piuttosto difficile supporre che le sole sanzioni e l’isolamento possano obbligare il leader nordcoreano ad accettare la denuclearizzazione e la fine dei test missilistici, ma se combinate con il dialogo e il compromesso non è escluso che le possibilità possano aumentare.
Elvio Rotondo
Country Analyst