“Le multinazionali stanno speculando sulle derrate alimentari. Tengono le merci in magazzino sino a quando i prezzi non si alzano. E fanno trapelare dati assurdi sulla vendemmia per far crollare i prezzi del vino, in modo da acquistare grandi quantitativi investendo poco per poi rivenderli a prezzi maggiorati quando si scopre che i dati erano fasulli”. Le solite analisi di esperti in dietrologia e complotti? No, dichiarazioni pubbliche di responsabili dei consorzi vitivinicoli [1]. In questo caso piemontesi, ma potrebbero essere di qualsiasi regione e di qualunque comparto dell’agroalimentare.
La speculazione – spiegano – non si accontenta più di bolle immobiliari o dei giochi finanziari. Ora punta sui prodotti di base, fondamentali. Come quelli destinati all’alimentazione. Così i prezzi del latte, alla stalla, sono inferiori ai costi per produrre lo stesso latte. Si riducono le mandrie, si vendono i poderi. Si affida tutto ai grandi investitori che acquistano aziende ed allevamenti a prezzo di saldo. Il latte è solo un esempio. Si sono posti sotto attacco alcuni vini, si è fatta crollare la domanda ed il prezzo e si sono acquistate le aziende in crisi. Immediatamente dopo, il prezzo del vino è risalito.
Non è un problema solo italiano. Ormai il mondo del beverage è controllato da 4 multinazionali che possono fare salire o crollare i prezzi. Ed il vino vive tra momenti di euforia per grandi etichette e momenti di sconforto per i piccoli produttori che non hanno le dimensioni per esportare. I grandi rossi italiani vendono ormai all’estero più dell’80% della produzione perché i consumatori italiani non possono permettersi certi prezzi. Gli stessi consumatori che spendono 5 euro per mezzo litro di birra alla spina o più di 10 euro per una bottiglietta di birra artigianale, ma ritengono eccessiva la stessa spesa per una bottiglia di vino. Merito di chi sa promuovere un prodotto, demerito di chi non sa farlo.
Anche i gusti vengono guidati. Gli spumanti virano verso il dolce ed anche alcuni produttori di champagne stanno sperimentando prodotti meno “brut” e più morbidi. Una bestemmia per i puristi, ma in un mercato globale i puristi e gli intenditori lasciano spazio ai responsabili del marketing.
Alessandro Grandi
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[1] Conferenza stampa di presentazione Anteprima Vendemmia 2015, promossa da Regione Piemonte, Vignaioli piemontesi e Piemonte land of perfection