Vi era un chiaro messaggio nel discorso tenuto da Papa Francesco a Sarajevo: la religione, o meglio le religioni non possono essere causa e/o strumento di conflitto, ma fungere, all’opposto, da veicoli di dialogo e di mediazione, per stemperare le tensioni e soffocare i focolai di guerra.
Un discorso tanto più significativo perché pronunciato nella città europea che più di ogni altra ha conosciuto, in anni recenti, una vera e propria “guerra di religione”, dove musulmani e cristiani ortodossi si sono scontrati con un durezza – e con una crudeltà – tale da far impallidire il ricordo delle ormai leggendarie Crociate e addirittura quello del sanguinoso conflitti seicentesco fra Cattolici e Protestanti.
Una città, Sarajevo, dove ancora il fuoco dell’odio e della guerra cova sotto la cenere; fuoco, anzi fuochi che potrebbero presto tornare ad incendiare gli interi Balcani, come dimostrano i recenti eventi in Macedonia. Per altro guerre che vedono le religioni strumentalizzate a fini ideologici di parte segnano un po’ tutta la grande mappa della geopolitica contemporanea.
[…]
Leggi l’articolo completo di Andrea Marcigliano, Senior fellow de “Il Nodo di Gordio” per intelligonews.it —> Francesco e le fedi: in Kazakhstan il V Forum mondiale dei leader religiosi