Cipro è una piccola isola, situata nel mar Mediterraneo, tra l’Egitto e la Turchia in una posizione strategicamente delicata nella geopolitica dell’area mediorientale. Conta poco più di un milione di abitanti con un PIL di circa 21 miliardi di dollari. Una realtà ben lontana dai grandi stati dell’Europa continentale.
L’isola è stata a lungo un paradiso fiscale preferito dalle società russe offshore che con circa il 15 per cento del prodotto interno lordo cipriota coprono la maggior parte del settore offshore dell’isola. Oltre ad avere rapporti di natura economica con la Russia, recentemente, Cipro ha firmato un accordo militare, il 25 febbraio 2015, per l’uso delle strutture dell’isola in situazioni di emergenza, come l’eventuale evacuazione russa in Medio Oriente. L’accordo, inoltre, consente alle navi militari russe di utilizzare i porti ciprioti per il rifornimento e la manutenzione.
Il piccolo stato continua a rappresentare un elemento critico ed essenziale, per la sua posizione strategica nelle acque del Mare Nostrum, per le varie operazioni nell’area. Ma da diversi anni affronta il grosso problema della divisione dell’isola: la parte turca nella zona settentrionale (Repubblica Turca di Cipro Nord) che è riconosciuta solo dalla Turchia e quella greca nella zona meridionale (Repubblica di Cipro) riconosciuta dall’ONU e membro dell’Unione Europea. A garanzia delle parti in causa opera la missione dell’ONU, UNFICYP (United Nations Forces in Cyprus). I paesi che partecipano alla missione con il personale militare sono: Argentina, Austria, Brasile, Canada, Chile, Ungheria, Norvegia, Paraguay, Serbia, Slovacchia, Ucraina and Regno Unito. Invece quelli che partecipano con le forze di polizia sono: Australia, Bosnia Herzegovina, Cina, India, Irlanda, Italia, Lituania, Montenegro, Romania, Serbia, Slovacchia and Ucraina. La missione delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace è una delle più lunghe. E’ stata istituita nel 1964 per prevenire ulteriori scontri tra le comunità greco-cipriota e turco-cipriota dell’isola e riportare la situazione alle condizioni di normalità.
Le responsabilità della missione sono diventate più ampie nel 1974, a seguito del tentativo di colpo di Stato dei greco-ciprioti appoggiati dal governo di Atene, provocando la reazione del governo di Ankara, che ha inviato le proprie truppe ad occupare la parte nord dell’isola stabilendone il controllo.
Dal momento del cessate il fuoco, nel mese di agosto 1974, UNFICYP ha mantenuto una zona cuscinetto tra le forze turche e turco-cipriota nel nord e le forze greco-ciprioti nel sud fornendo anche aiuti umanitari sia ai greco-ciprioti e a una piccola comunità maronita che vivono nella parte settentrionale dell’isola sia ai turchi ciprioti che vivono nella parte meridionale dell’isola.
La missione ONU è responsabile della zona che separa le due parti e supporta la più completa e possibile ripresa della normale attività civile nell’area, tenendo presente che questo è ancora un settore sotto sorveglianza armata permanente da parte dei militari di entrambe le parti. Facilita la ripresa dell’agricoltura nella zona cuscinetto, e assiste entrambe le comunità su questioni riguardanti la fornitura di energia elettrica e di acqua attraverso le linee. Il Consiglio di sicurezza ha istituito la missione UNFICYP attraverso la risoluzione 186, il 4 marzo 1964, rinnovando il mandato della Missione di sei mesi in sei mesi da allora.
La zona di separazione è anche chiamata ‘Green Line’ o “buffer Zone”.- si estende per circa 180 chilometri attraverso l’isola. In alcuni luoghi, nella vecchia Nicosia è larga solo pochi metri (solo 3.3 metri nel punto più stretto). In altre zone è larga pochi chilometri. I suoi limiti settentrionali e meridionali sono le linee in cui si trovavano i belligeranti in seguito al cessate il fuoco del 16 agosto 1974, come verificato da UNFICYP.
Nella parte orientale dell’isola, la zona cuscinetto è interrotta dall’area di Dhekelia, di sovranità Britannica, dove le Nazioni Unite non hanno giurisdizione. Un’altra zona che l’Onu non controlla è Varosha, ex località turistica nei pressi di Famagosta, ora sotto il controllo dei militari turchi. In assenza di un accordo formale di cessate il fuoco, 859 militari di UNFICYP più 67 ufficiali di polizia si occupano di centinaia di incidenti ogni anno. Alla missione partecipano anche 51 civili del personale internazionale e 107 civili locali.A causa della questione irrisolta dell’isola, che vede la contrapposizione delle due comunità, Cipro è uno dei posti tra i più militarizzati al mondo. Nella classifica stilata lo scorso anno da BICC (Bonn International Center for Conversion) dei paesi più militarizzati al mondo, (in rapporto alle dimensioni), Cipro occupa il 9° posto davanti agli Stati Uniti e alla Turchia.
Cipro e Russia sono i due paesi europei che hanno mantenuto il loro posto nella top ten dei paesi più militarizzati al mondo negli ultimi anni. Nella parte nord dell’isola, la sicurezza dell’entità turco-cipriota è garantita da una propria forza di coscritti (Repubblica turca di Cipro Nord) e dallo stazionamento sul suo territorio di circa 35.000 soldati turchi, dal 1974 (secondo UNFICYP sono circa 43.000). Nella parte sud dell’isola, la Guardia Nazionale della Repubblica di Cipro (GCNG) ha una forza approssimativa di 10.000 soldati (di cui circa 9.500 militari di leva e 400 militari tra forza navale e forza aerea) e avrebbe 50.000 riservisti pronti.
Oltre alla presenza della forza di pace delle Nazioni Unite, vi è un notevole contributo delle Forze Armate Greche (circa 1.500 persone). Di solito è un ufficiale greco che ricopre l’incarico di comandante della Guardia Nazionale cipriota come anche altre posizioni di alto livello sono ricoperte da militari greci.
La Gran Bretagna ha circa 3.500 soldati dislocati presso le due aree dell’isola (Akrotiri e Dhekelia) sotto la propria sovranità (circa 158 km quadrati). Le basi consentono al Regno Unito di mantenere una presenza militare permanente in un punto strategico nel Mediterraneo orientale. Akrotiri, località dove è presente la RAF (Royal Air Force), è considerata uno scalo importante per gli aerei militari, per le strutture di comunicazione e per i collegamenti internazionali del Regno Unito. Le basi possono essere usate sia per le operazioni militari sia per quelle umanitarie. L’esercito britannico a Cipro è presente con due battaglioni di fanteria, un’unità trasmissioni interforze, un’unità di Genieri, elementi dell’aviazione dell’Esercito ed altri.
I soldati britannici operano anche con le forze delle Nazioni Unite a Cipro, ma non vi è alcun collegamento operativo tra i soldati britannici in servizio nelle due zone sovrane britanniche e quelli nel contingente delle Nazioni Unite (UNFICYP). Quest’ultimi operano in un tour di sei mesi e indossano berretti dell’ONU.
Al momento, è difficile prevedere un ritorno alla normalità dell’isola, la dice lunga la durata della missione ONU, rinnovata di sei mesi in sei mesi dal 1964. Dopo anni di divisioni dell’isola e tentativi di mediazione delle Nazioni Unite per una soluzione della questione di Cipro, giusta per entrambe le parti, la scoperta di riserve di gas naturale a largo di Cipro, nella zona economica esclusiva dell’isola (nella parte greco-cipriota) ha accresciuto ulteriormente la tensione tra le due parti. Lo sfruttamento dei giacimenti ha generato un contenzioso con la Turchia che, non riconosce il diritto di Nicosia ad avviare lo sfruttamento ‘unilaterale’ dei giacimenti off-shore.
Lo sfruttamento delle riserve di gas rappresenta per il governo cipriota una soluzione ai problemi economici finanziari soprattutto in un momento di crisi come questo. Ultimamente si sarebbero aperti alcuni spiragli per la ripresa dei colloqui tra le parti. Il neo eletto (26 aprile) Presidente della Repubblica Turca di Cipro Nord, Mustafa Akinci, avrebbe chiesto un incontro con il suo omologo greco della Repubblica di Cipro.
Elvio Rotondo
Country Analyst