Il terrorismo continua imperterrito, con i suoi molteplici aspetti, la sua implacabile guerra senza regole, incutendo terrore nelle popolazioni. Se ne parla nel numero 7 (gennaio 2015) della rivista del Nodo di Gordio “Masters of Terror” interamente dedicata alle nuove forme di terrorismo. Un corposo speciale realizzato grazie al prezioso contributo di numerosi esperti ed analisti nel settore dell’antiterrorismo e della sicurezza nazionale.
Uno degli aspetti del terrorismo di oggi è l’impiego dei social networks utilizzati sia come mezzo di propaganda molto efficace, principalmente per il cosiddetto effetto virale, sia come strumento di reclutamento, soprattutto di molti giovani, creando allarme in quanto il numero sarebbe in ascesa. In Gran Bretagna, il Daily Mail, in un articolo di qualche tempo fa, ha riportato che l’ISIS avrebbe reclutato più potenziali terroristi nel Regno Unito per combattere in Siria e Iraq di quanto non sia riuscito a ottenere l’intero esercito britannico nel reclutare le Riserve nello stesso periodo.
L’elevato livello di penetrazione dei social networks rende queste piattaforme obiettivi privilegiati per le attività criminali/terroristiche. Agli attacchi hacker e ai messaggi mediatici dei gruppi terroristici si sta rispondendo con adeguate misure, come la creazione di unità specializzate nella sfida cibernetica, soprattutto in alcune forze armate occidentali. Il web è considerato ormai un nuovo teatro di guerra. E’ recente la notizia della prossima costituzione di una nuova unità dell’esercito britannico, la 77^ Brigata, che impiegherà operazioni psicologiche e i social media come contributo nel combattimento delle guerre “nell’era dell’informazione”.
La 77^ Brigata, composta da riservisti e truppe regolari, con sede a Hermitage, Berkshire, sarà formalmente creata in aprile. E’ stata ispirata dai Chindits che hanno combattuto in Birmania nella Seconda Guerra Mondiale nella campagna di Burma. (Chindits era il nome dato ai gruppi impegnati nel Long Range penetration (LRP) che operavano nella giungla birmana dietro le linee nemiche, con il compito di colpire le comunicazioni giapponesi). Il portavoce dell’esercito britannico ha dichiarato che la 77^ Brigata è stata creata per riunire insieme capacità esistenti e nuove, necessarie per affrontare le sfide del conflitto moderno, attingendo dalle importanti lezioni apprese nelle operazioni in Afghanistan e altri teatri operativi. Il reclutamento della brigata inizierà in primavera e il 42% del personale sarà riservista. I suoi membri confluiranno dall’Esercito, dalla Marina e dall’Aeronautica. L’unità cercherà di influenzare le popolazioni locali e cambiare il loro atteggiamento attraverso ciò che l’esercito chiama mezzi tradizionali e non convenzionali.
I civili con le giuste competenze lavoreranno a fianco delle truppe regolari e dei riservisti e potrebbero essere inviati in tutto il mondo per “vincere i cuori e le menti”. L’esercito americano già il 5 settembre 2014 aveva attivato una nuova brigata di protezione cibernetica – la prima del suo genere nell’esercito a Fort Gordon, in Georgia. Secondo le informazioni dal Comando Cibernetico dell’esercito, la Brigata di protezione cibernetica è formata da 20 team composti da un mix di soldati e civili. Ogni team conterà circa 39 persone. Le squadre condurranno operazioni difensive di cyberspazio a sostegno delle missioni congiunte e dell’esercito. Secondo il sito www.armytimes.com per il reclutamento potevano far domanda tutti i soldati con background e competenze nella sicurezza e nella tecnologia dell’informazione – indipendentemente dall’incarico ricoperto in quel momento. Gli Stati
Uniti come molti altri paesi coinvolti nella lotta al terrorismo sono molto preoccupati a causa dei diversi tentativi di violazione di siti statali tra cui quello del Centcom – il comando centrale delle Forze armate. Recentemente sono comparse bandiere dello Stato islamico e minacce ai soldati americani firmate dall’Isis. Secondo il sito www.eunews.it il Pentagono spenderà, nei prossimi cinque anni, 26 miliardi di euro con l’obiettivo di realizzare un corpo speciale di “cyber force” da 6.000 uomini già dal 2016.
Anche la NATO sta progredendo negli sforzi per affrontare le minacce informatiche rivolte alle sue reti giornalmente. Il sito ufficiale dell’organizzazione riporta che la crescente sofisticazione degli attacchi informatici rende la protezione delle comunicazioni dell’Alleanza e dei sistemi d’informazione (CIS) un compito urgente. Questo obiettivo è stato riconosciuto come una priorità nel Concetto strategico della NATO, ed è stato ribadito nelle dichiarazioni dei due più recenti Summit, così come alle riunioni ministeriali della NATO. Le nazioni facenti parte dell’Alleanza sono e restano, comunque, responsabili della sicurezza delle proprie reti di comunicazione (che devono essere compatibili con quelle della NATO). La NATO ha approvato la prima politica di difesa cibernetica nel gennaio 2008 a seguito degli attacchi informatici contro l’Estonia. Con l’evoluzione del web su scala mondiale, la difesa cibernetica è diventata la priorità di tutti i paesi e tutti la dovranno affrontare seriamente poiché è la vera minaccia nell’era digitale.
Elvio Rotondo
Country Analyst
Buon giorno Elvio
anch’io sono Uff.le della Riserva (abito a Milano).
Ho avuto il piacere di operare nei Balcani , in Irak ,in Libano ed infine in AFG.
Ritieni che anche da noi possa partire un progetto così prezioso utilizzando allo scopo forze della Riserva?
Mi piacerebbe scambiare “quattro chiacchere” face to face.
Cordialmente
Andrea