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Alla luce di queste considerazioni e del senso di fragilità che ci attanaglia dopo i fatti di Parigi, il settore della Difesa non è soltanto un costo da tagliare, come sostiene qualcuno ma un pilastro della sovranità nazionale e un’opportunità di innovazione e di crescita economica per un consistente numero di imprese italiane con decine di migliaia di lavoratori.
Queste posizioni emergono nell’ultimo numero de Il Nodo di Gordio, pubblicato dall’omonimo think tank di geopolitica, intitolato War Games – Giochi di Guerra dedicato in gran parte alle proposte per un Libro bianco della Difesa italiana.
In questa rivista vengono individuate le linee di indirizzo di una politica per la Difesa che tenga conto della crescente complessità dello scenario internazionale. Una complessità ancor più evidente nell’area del Mediterraneo e del Vicino Oriente, con alleanze variabili, guerre dichiarate o meno, rivolte striscianti, interessi internazionali legati a trasformazioni sociali ed economiche. Uno scenario che richiede la capacità di interpretare il cambiamento e le risorse per affrontarlo nel migliore dei modi. Un documento realizzato grazie all’intervento di esponenti di alto livello delle Forze Armate, di analisti di geopolitica, di studiosi dell’economia e dei mutamenti sociali nello scacchiere mondiale. Perché per affrontare i cambiamenti è indispensabile essere preparati: l’improvvisazione rischia di costare cara in termini economici, politici, sociali e anche militari.
Cruciale necessità di approfondimento sottolineata anche – nel corso dei lavori della presentazione del volume a Roma – dal Viceministro alla Difesa, Gioacchino Alfano, che ha evidenziato inoltre come per il nostro paese sia fondamentale, anche in tempo di pace, difendere “il libero uso del mare, il commercio e le linee di comunicazione marittime” così da garantire i flussi di materie prime e le risorse energetiche.
L’articolo completo di Salvatore Santangelo, Direttore del Centro Studi della Fondazione Nuova Italia su Huffingtonpost Italia —> Nella nuova guerra mondiale non ci sono eserciti che si fronteggiano