Analisi del Nodo di Gordio in prima pagina sul Corriere del Trentino (15.08.2014)
Le sanzioni contro l’economia di un Paese possono essere sacrosante o autolesioniste: in ogni caso è assurdo pretendere che il Paese colpito subisca passivamente, senza provare a rivalersi sulle economie dei “sanzionatori”. È quello che è successo con la Russia ed ora, dopo che anche il governo italiano ha messo in atto le sanzioni contro Mosca, ci si accorge che saremo soprattutto noi a pagare gli effetti di questa decisione.
Perché la Russia ha risposto alle sanzioni americane, europee ed italiane, bloccando le importazioni di alcuni prodotti italiani, a partire dal comparto agroalimentare. Trentingrana si è lamentata, sulle colonne di questo giornale, per lo stop alle esportazioni del formaggio trentino subito dopo aver concluso un importante accordo per le vendite in Russia. Un blocco che segue quello delle mele e delle pesche.
Blocco insuperabile? Non proprio. Come ha ricordato il Nodo di Gordio in un’intervista al Sole 24 Ore, la Russia fa parte dell’Unione economica euroasiatica, insieme a Bielorussia e Kazakhstan. E le controsanzioni sono state decise solo da Mosca. Dunque le merci italiane possono transitare liberamente e senza problemi di sorta negli altri due Paesi. Che non hanno dazi da pagare per i commerci con la Russia.
Ovviamente non tutti i prodotti hanno margini economici tali da permettere un passaggio supplementare nel processo di esportazione. Ma in altri casi la “triangolazione” non rappresenterebbe un problema. Forse, però, si paga la scarsa conoscenza della situazione geopolitica, delle opportunità rappresentate da altri mercati e da altri Paesi. Per questo, negli ultimi anni il Nodo di Gordio, ha portato in Trentino esponenti di primo piano di questi Paesi, a cominciare proprio dal Kazakhstan. Incontri di alto livello e di profilo internazionale che sarebbero stati utili a tanti esportatori o aspiranti tali.
E pure agli operatori turistici che, sempre a causa delle tensioni tra Ucraina e Russia, temono una flessione delle presenze turistiche per il prossimo inverno. L’Ucraina è alle prese con una crisi economica drammatica, al di là degli scontri armati nella zona sudorientale. Mentre i turisti russi potrebbero venire a mancare non tanto per ragioni economiche, quanto piuttosto come reazione nei confronti di un Paese come l’Italia che si è schierato, anche attraverso le sanzioni, contro la loro patria. Indubbiamente anche i nuovi impianti per gli sport invernali di Sochi non possono competere con l’offerta turistica e sportiva del Trentino, ma l’orgoglio nazionale può far rinunciare ai nostri paesaggi ed alle nostre piste, oltre che ai nostri vini ed ai nostri piatti.
Per questo sarebbe fondamentale che gli imprenditori, in Trentino come nel resto d’Italia, alle prese con un calo dell’export extra Ue e con le difficoltà del turismo non si limitassero a lamentele giustificate anche se purtroppo del tutto inutili, ma facessero pressioni sul governo italiano affinché riveda coraggiosamente il proprio approccio alla politica estera e ponga fine al meccanismo masochista delle sanzioni che finisce per penalizzare, innanzitutto, proprio l’Italia.
Daniele Lazzeri
Chairman del think tank “Il Nodo di Gordio”