A una dozzina di giorni dall’inizio dalla sorprendente offensiva transfrontaliera, l’Ucraina cerca di consolidare le posizioni acquisite. Non è chiaro quanto effettivamente sia sotto il pieno controllo di Kiev, restano ampie zone grige e feroci combattimenti sono in corso. Zelensky, in un video messaggio del 15 agosto, ha comunicato che le truppe ucraine erano entrate in possesso della cittadina Sudzha e di un’ottantina di villaggi. Dichiarazioni seguite da quelle del Generale Syrsky, comandante in capo dell’Ucraina, che ha riferito, anche se permangono seri dubbi, che Kiev controlla un’area di circa 450 miglia quadrate nell’Oblast di Kursk. Dopo aver brillantemente beneficiato dell’effetto sorpresa l’Ucraina è riuscita ad aprire un nuovo fronte, riuscire a mantenerlo sarà la prossima sfida. Mosca sta ancora mettendo a punto la reazione. Per il momento, il comando militare russo ha trasferito in zona rinforzi provenienti principalmente dall’interno della Federazione Russa per tamponare l’avanzata ucraina. Non si segnalano grossi spostamenti di unità russe dall’Ucraina, dove, anzi, quest’ultime continuano lentamente a prendere terreno.
Proprio la rapida incursione nell’Oblast di Kursk, unita alla sorpresa operativa e al successo, segnala come la “guerra di manovra” adottata in questo frangente dagli apparati ucraini possa essere, per Kiev, l’abito perfetto in questa guerra. Operazione resasi necessaria a compensare gli evidenti vantaggi russi in termini di risorse umane e materiali. Il Cremlino, invece, prolungando imperterrita lo sforzo nell’Est, ultimamente nell’Oblast di Donetsk direzione Chasiv Yar e Pokrovsk, continua a sposare la “guerra posizionale o di logoramento”. Quest’ultima, essendo una strategia che combina avanzamenti graduali e striscianti a costi sempre più proibitivi da sostenere per l’Ucraina e i propri partner, rende ogni giorno sempre più pronunciata l’asimmetria tra i due contendenti.
Attualmente le truppe ucraine cercano di catturare più territorio possibile, possibilmente di tenerlo e magari di riuscire anche ad arrivare a minacciare la centrale nucleare di Kurchatov. Lo scopo è quello di creare una situazione quantomeno scomoda per il Cremlino e acquisire un’importante futura pedina negoziale, in secondo piano la volontà degli apparati ucraini di distogliere truppe russe dal territorio ucraino. La Russia, da parte sua, cercherà di arginare lo sforzo ucraino senza sacrificare l’avanzata nel Donbas. Anzi, nelle tattiche degli apparati moscoviti, far crollare la difesa ucraina nell’Oblast di Donetsk si tradurrebbe in un successo capace di adombrare l’operazione di Kursk. Già negli ultimi giorni, la penetrazione di Kiev nel territorio della Federazione Russa è risultata meno pervasiva e ha riscontrato i primi limiti. Kiev rischia l’effetto boomerang.
Paolo Lolli
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