Ieri, mercoledì 15 maggio, nella cittadina di Handlova (Slovacchia centrale) un uomo, poi identificato come Jurai Tsintula, ha sparato più volte, ferendo gravemente, il Premier slovacco Robert Fico. Le autorità hanno potuto affermare, dalle prime prove raccolte, che si è trattato di “un atto politicamente motivato”. Attualmente non sembra più in pericolo di vita ma le condizioni, secondo il bollettino rilasciato dall’ospedale, rimangono molto gravi. Mentre il Governo ha definito l’atto un tentativo di omicidio politico, il Capo dello Stato uscente, Zuzana Caputova, ha esortato tutti i leader politici alla calma rifiutando la violenza. Fico, il primo Ministro più duraturo della Slovacchia, ha svolto un lavoro fondamentale nella politica del giovane Paese. Il tentato omicidio rischia di trascinare Bratislava in un vortice di tensioni e violenza.
Il camaleontico primo Ministro è da sempre, all’interno del suo Paese, una figura divisiva. Ha iniziato la sua carriera politica come membro del Partito Comunista allora dominante in Cecoslovacchia. Nel 1999 ha fondato il suo partito Direzione-Socialdemocrazia (Smer), di sinistra ma che ha sempre più volentieri abbracciato posizioni di destra soprattutto su questioni culturali e immigrazione. È stato primo Ministro dal 2006 al 2010, dal 2012 al 2018 e infine a settembre 2023, con il 24% delle preferenze, ha rivinto le elezioni. Campagna elettorale dove Fico ha premuto sull’interruzione delle forniture belliche all’Ucraina, lo stop delle sanzioni alla Russia, promesse di generose elargizioni di welfare e su una retorica populista e nazionale. Tutti campanelli d’allarme risuonati nelle principali cancellerie europee, preoccupati di un eccessivo avvicinamento su posizioni simili al collega ungherese Orban. La sua vittoria ha palesato l’insofferenza di una parte dell’Europa centro-orientale dinnanzi agli sviluppi bellici in Ucraina e Fico, da pragmatico, ne ha saputo beneficiare.
Il più grave attentato alla vita di un Capo del Governo colpisce nel cuore l’Europa, l’ultima volta risale a 21 anni fa, quando il primo Ministro serbo Zorban Djindjic venne assassinato. Nella giornata di oggi il Consiglio di Sicurezza Nazionale slovacco si riunirà per decidere, probabilmente, chi guiderà il Paese mentre Fico si riprende.
Paolo Lolli
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