In Europa, o meglio nell’Europa occidentale, quella che chiamiamo Unione e che è, di fatto, NATO – i maligni la chiamano Natostan – le decisioni economiche dei diversi paesi stanno venendo, pesantemente, condizionate dalla guerra.
Economie di guerra… normale, si potrebbe dire. Le esigenze belliche condizionano, e pesantemente, le scelte economiche. I governi belligeranti devono investire in armamenti. E, logicamente, trovare i soldi per farli. Quindi, operare tagli in altri settori. Inevitabilmente a scapito dei cittadini. Tagli allo Stato Sociale, soprattutto. O a ciò che ne resta (sempre meno) dopo l’avvento dell’euro. E le imposizioni di Bruxelles.
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