La prima visita del Presidente della Repubblica del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev in Italia (17-19 gennaio) ha avuto forti contenuti economici ma non solo. Il Presidente del più grande stato dell’Asia Centrale ha infatti presieduto alla conclusione di numerosi accordi bilaterali con imprese e realtà economiche italiane ma ha anche presentato l’immagine del proprio paese proiettato verso ambiziose mete di sviluppo e progresso. Le già intense relazioni economiche tra Italia e Kazakhstan paiono destinate ad intensificarsi ulteriormente. Il volume degli scambi reciproci ha superato i 14,5 miliardi di dollari ed è intenzione di portare questa cifra a 20 miliardi di dollari.Se già oggi il Kazakhstan costituisce un mercato in forte crescita per l’export italiano (+31,1% nei primi dieci mesi del 2023) in particolare per il settore della moda (tessile e abbigliamento, gioielli, opere d’arte e pelletteria) ma anche per i prodotti in legno, apparecchi elettrici e metalli, le future collaborazioni sono destinate soprattutto a favorire lo scambio di know-how tra operatori economici di Italia e Kazakistan. La presenza a Roma del Presidente Tokayev è stata preceduta dalla visita del ministro Tajani in Kazakhstan lo scorso settembre (l’ultima presenza di un ministro degli esteri italiano nella capitale kazaka è del 1997), in cui sono state gettate le basi di una maggiore collaborazione. L’Italia guarda certamente con interesse alle forniture energetiche provenienti dal gigante centroasiatico ed alle varie materie prime indispensabili alla nostra industria che esso può fornire ed è pronta quindi a mettere in comune le esperienze decennali maturate in svariati settori, non solo manifatturieri. Le piccole e medie imprese del Belpaese che suscitano tanto interesse da parte di Astana e che necessitano di strumenti di sostegno e accompagnamento potranno trovare negli accordi sottoscritti nel corso di questa visita, e nelle formule che ne deriveranno, modalità operative di sicuro valore.
Le riforme politiche ed istituzionali realizzate o poste in cantiere dall’attuale presidenza accompagnano questi processi economici nell’intento di garantire ai propri cittadini reali opportunità di sviluppo ed ascesa socioeconomica. Riforme politiche e istituzionali quali la riserva di posti nelle assemblee rappresentative a minoranze e donne, la tutela dei diritti umani e limiti alla durata degli incarichi istituzionali si stanno coniugando con la crescita economica in un mix che può essere il corretto sedime per proiettare il paese verso mete ambiziose.
Il Presidente Tokayev vanta una notevole competenza in politica estera, grazie ad una solida formazione in relazioni internazionali, ad una significativa esperienza diplomatica e ad un pluridecennale impegno politico al Ministero degli Esteri. Egli a marzo del 2019 è stato nominato Presidente del Kazakhstan dal Senato e confermato nella carica alle elezioni del giugno dello stesso anno e poi in quelle del novembre 2022. Nel solco di una politica avviata prima del suo insediamento, ha confermato la volontà di operare per costruire e rafforzare, entro il 2050, un paese economicamente solido, competitivo sul piano internazionale, capace di attrarre investimenti. La costruzione di una economia solida però, passa anche per l’emancipazione dal solo sfruttamento delle risorse minerarie, energetiche in particolare, che forma ora la gran parte della ricchezza del Kazakhstan, puntando quindi all’istruzione ed alla valorizzazione dei talenti individuali, favorendo la nascita di una classe media idonea a sostenere un continuo progresso non solo economico. Anche per tale ragione, l’interesse della più estesa Repubblica centroasiatica non è rivolto solo a grandi aziende ma anche ad imprese di piccole o medie dimensioni, che, in particolare in Italia, sono depositarie di nicchie di eccellenza e sono caratterizzate da un particolare dinamismo. Gli obiettivi della presidenza kazaka necessitano di una politica estera finalizzata a realizzare e presentare un paese accogliente per investitori e soprattutto per quelle realtà idonee ad accrescere il know-how generale.
L’obiettivo dichiarato di raddoppiare il PIL entro il 2029, se valutato con i parametri con cui ci confrontiamo in Occidente, pare irrealistico ma testimonia in maniera evidente le priorità della dirigenza kazaka e le linee su cui si muovono gli interessi del paese.
La crescita economica su basi più solide del solo sfruttamento minerario è ritenuta, tra l’altro, un utile veicolo per rafforzare la stabilità al paese. La diversificazione dell’economia contribuisce alla riduzione delle diseguaglianze, che erano particolarmente accentuate negli anni successivi all’indipendenza, anche per l’eccessiva concentrazione degli investimenti nel solo settore dell’estrazione di idrocarburi. La mancata distribuzione della ricchezza fu causa (o concausa) dei tragici eventi del gennaio 2022 in cui alcune rivolte di piazza causarono morti ed arresti. I moti furono scatenati all’aumento dei prezzi del gas e dei carburanti, i manifestanti marciarono sui palazzi del governo scontrandosi con le forze dell’ordine. La rivolta provocò le dimissioni del governo e costrinse il Presidente a chiedere l’aiuto delle forze del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), una struttura internazionale un po’ simile alla NATO, di cui sono parte, oltre al Kazakhstan, Armenia, Bielorussia, Kyrgyzstan, Russia e Tajikistan. I militari stranieri presidiarono i siti strategici del paese e lasciarono poi il Kazakhstan dopo una decina di giorni, al ritorno della quiete. Presumibilmente anche quei tragici eventi hanno influito sulla scelta dirigenza kazaka di accelerare nell’attuazione di tutte le possibili politiche finalizzate ad una società pluralistica, un’economia aperta e delle istituzioni pienamente democratiche. Quei fatti sono ora solo un ricordo.
Al momento il Kazakhstan è il principale partner economico dell’Italia nell’Asia Centrale e l’Italia è il principale partner commerciale del Kazakhstan nell’Unione europea e uno dei principali investitori nell’economia kazaka. Gli accordi intercorsi e le collaborazioni avviate lasciano presupporre un incremento degli interscambi. Le aziende italiane, attratte dal potenziale di crescita del Kazakhstan e dal favorevole regime fiscale (non superiore al 10% dei redditi netti) potranno percorrere sentieri facilitati per raggiungere i propri obiettivi economici (16 memorandum siglati con aziende e associazioni italiane nell’incontro tra delegazioni alla Farnesina de 18 gennaio). L’Italia ha già circa 300 imprese che operano nel mercato kazako. L’istituzione di un Business Council, voluto da entrambe le parti, costituisce un passo di fondamentale importanza. I settori che presumibilmente beneficeranno maggiormente delle collaborazioni avviate sono: l’energia, l’esplorazione e l’estrazione di risorse naturali, l’economia verde, l’edilizia, le infrastrutture, i trasporti e la logistica, l’agricoltura, le attività scientifiche e tecnologiche, e i servizi di consulenza. Ma gli accordi mirano anche ad espandere la cooperazione nel settore della formazione superiore tra le università kazake e quelle italiane, in particolare quelle specializzate in scienza e tecnologia.
E’ palese l’interesse kazako per la costruzione di una classe dirigente, oltre che imprenditoriale, che possa guidare il Paese verso ambiti traguardi.
Nella cooperazione italo-kazaka c’è spazio anche per la cultura. E’ un settore in cui l’Italia vanta numerosi primati e ha quindi molto da offrire; l’apertura ufficiale dell’Istituto di Cultura italiano ad Almaty, il primo nell’Asia Centrale, dello scorso 30 novembre, è quindi solo un primo passo. Infatti, ad Astana si guarda ai numeri dell’economia ma si è scelto di investire con forza anche nel rafforzamento dell’identità del popolo kazako, attraverso la riscoperta, la valorizzazione e la diffusione del patrimonio storico e tradizionale nazionale.
La Repubblica del Kazakhstan ha solo tre decenni di vita ed un carattere multietnico e multireligioso che fino ad oggi è stato elemento di forza e non di divisione, come accaduto invece in altre realtà internazionali; un modello di convivenza per altre situazioni meno pacifiche. Al riguardo, certamente la cementificazione di valori unitari, la conoscenza delle comuni radici e la condivisione di un comune destino potrà fare da acceleratore ai processi economici avviati e da ulteriore catalizzatore di stabilità sociale e politica.
Un primo bilancio di questa visita e delle attività che ne scaturiranno potrà magari essere fatto se e quando il Presidente del Consiglio italiano dovesse accettare l’invito del Presidente Tokayev a recarsi a Astana.
Francesco Lombardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA