Una ventata di autentico ottimismo e, lo giuriamo, rinunciamo alla consueta stoccata. Ci piace quindi citare testualmente Riccardo Ruggeri, quello che ha denominato l’attuale modello sociale Ceo capitalism, che twitta felicemente: “Amici contadini (leader della piramide alimentare) mi dicono che è un anno pieno di lucciole. Finché ci sono api e lucciole me ne fotto del PIL.” Ed è vero perché quest’anno abbiamo rivisto le lucciole in giardino, e non se ne appropri il merito il lockdown, lo chiamano tutti cosi, potenza dei vecchi persuasori occulti che sono ormai pienamente manifesti e senza ritegno. E non si adonti Pasolini, quelle sue lucciole della civiltà contadina e paleoindustriale non ci sono comunque più. E ci sono ancora le api, su cui il Nodo di Gordio ha scommesso in un bellissimo incontro a maggio a Trento, benché si senta ovviamente molto apollineo e poco dionisiaco in generale, ma il miele è un dono divino come il teatro. Una volta tanto il Perozzi, il Melandri ed il Conte Mascetti, soprattutto quest’ultimo, se ne stanno boni. In qualche modo ce l’anno insegnato che fottersi del PIL non è reato…
La Redazione
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