40 miliardi, mica noccioline. Lo stanziamento, il cosiddetto Sostegni bis, è stato varato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri per soccorrere l’economia fiaccata dalla pandemia. Altro che le vecchie Finanziarie, che già nel nomen evocavano visioni economicistiche, mance ed una tantum e poi quelle concertazioni con le parti sociali, sapesse Contessa, che frenano la velocità del cambiamento digitale. L’ottimismo è d’obbligo, codardia e disfattismo sono banditi, i generali vigilano, le misure della cabina di regia sono redatte con l’imperativo categorico. E noi ci crediamo fermi sul bagnasciuga, certi che i partiti che non ci sono più non freneranno il progresso e che l’Uomo della Provvidenza stavolta non tarderà a pubblicare i mitici decreti applicativi. Insomma non succederà come qualche anno fa con la famosa liquidazione dei 60 miliardi di debiti pregressi della pubblica amministrazione, i cui tempi di pagamento sono rimasti quelli del “campa cavallo che l’erba cresce…”
Però, saranno le mascherine che si capisce poco, oppure il 5G telepatico che ancora non c’è, o perché no un certo timore reverenziale nei confronti della Competenza ai suoi massimi livelli, quando ascoltiamo le conferenze stampa ministeriali, siamo assaliti dall’incubo, ma è solo un retaggio subliminale, di ritrovarci come il vigile urbano fiorentino di Amici miei. Lo ricordate? In via dei Renai tra una clacsonata del Melandri e del Perozzi ed una supercazzola prematurata del Conte Mascetti.
La Redazione
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