All’ottavo congresso del Partito dei lavoratori nordcoreano, Kim Jong-un ha annunciato la sua linea politica, orientata ad espandere e sviluppare in modo completo le relazioni esterne. Secondo quanto riportato dall’agenzia Yonhap, non è chiaro se espandere le relazioni esterne significhi migliorare i legami con la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Le relazioni inter-coreane sono rimaste bloccate senza nessun tipo di accordo dal vertice di Kim Jong-un con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel 2019. I legami si sono ulteriormente raffreddati, lo scorso anno, quando la Corea del Nord ha fatto saltare in aria l’ufficio di collegamento congiunto inter-coreano a causa dei volantini anti-Pyongyang e dopo l’uccisione di un funzionario della pesca sudcoreano vicino al confine marittimo occidentale, nel mese di settembre dello scorso anno.
La Corea del Nord non ha risposto alle offerte di Seoul di colloqui e progetti di cooperazione, in un momento in cui si concentrava sulla prevenzione dell’epidemia di coronavirus nel paese, sigillando il confine e rafforzando le misure di quarantena. Pyongyang sostiene tuttavia di non aver avuto casi di coronavirus mortali, un’affermazione che i funzionari giapponesi e statunitensi hanno definito dubbia. Nel suo discorso del 10 ottobre, in occasione del 75° anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori, il leader nordcoreano aveva augurato alla Corea del Sud una rapida ripresa dalla pandemia di coronavirus in un messaggio che sapeva di riconciliazione.
Il 5 gennaio scorso, a Pyongyang è iniziato il congresso, il primo in quasi cinque anni, in un clima di aspettative soprattutto da parte degli analisti per valutare la nuova linea di politica estera nordcoreana, in vista dell’insediamento del presidente neo eletto degli Stati Uniti Joe Biden, prevista per il 20 gennaio.
Per il momento, la Corea del Nord è rimasta silenziosa sulla vittoria di Biden, e il suo leader deve ancora affrontare l’argomento dei negoziati sul nucleare con gli Stati Uniti al congresso del partito. Secondo alcuni esperti il messaggio del giorno di apertura del congresso potrebbe indicare che Pyongyang cercherà di contattare l’amministrazione entrante. In particolare Lim Eul-chul, professore presso l’Institute for Far Eastern Studies dell’Università Kyungnam ha affermato che “dobbiamo mantenere aperta la possibilità di una proposta a sorpresa agli Stati Uniti, poiché l’espressione espansione e sviluppo completo delle relazioni esterne è un’espressione piuttosto rara”.
“E’ possibile che Kim Jong-un possa fare una proposta audace per attirare l’attenzione globale e per consolidare la sua immagine di leader che dirige gli affari internazionali sia internamente che esternamente, proposta che potrebbe non portare immediatamente alcun risultato tangibile nel miglioramento delle relazioni”.
Il congresso del partito nordcoreano, il secondo da quando Kim Jong-in è salito al potere, si è aperto con l’ammissione del mancato raggiungimento degli obiettivi di sviluppo quinquennali del paese oltre al fatto che la strategia economica, presentata al primo meeting, “si è dimostrata estremamente inferiore” alle sue aspettative.
L’ammissione di fallimenti economici da parte del leader nordcoreano arriva mentre il paese affronta una sfida su tre fronti: le schiaccianti sanzioni ONU a causa del suo programma di armi nucleari, la lenta ripresa dai danni causati dai disastri naturali dello scorso anno e la battaglia contro la pandemia di coronavirus, che ha costretto il paese a chiudere i confini. Gli economisti sostengono che l’economia della Corea del Nord sia in condizioni peggiori oggi rispetto a quando Kim Jong-un assunse il potere dopo la morte del padre, nel 2011.
Il leader nordcoreano si è impegnato a rafforzare le capacità militari del paese portandolo ad “un livello molto più alto“. La Korean Central News Agency (KCNA), agenzia di stampa nordcoreana, ha riferito che Kim Jong-un ha promesso di “proteggere in modo affidabile la sicurezza del paese portando le capacità di difesa del paese a un livello molto più alto, e ha presentato progetti per realizzarlo”.
L’agenzia nordcoreana ha riportato inoltre, che il leader nordcoreano Kim Jong-un ha definito gli Stati Uniti il “principale nemico” del suo paese, minacciando di continuare a migliorare le capacità nucleari. Ha anche dichiarato che la politica di Washington nei confronti di Pyongyang non cambierà a prescindere da chi si trovi alla Casa Bianca, aggiungendo che “la chiave per stabilire nuove relazioni” tra i due paesi sta nel ritiro della politica ostile americana nei confronti della Corea del Nord.
La Corea del Nord non ha più testato una bomba nucleare o lanciato un missile a lungo raggio dallo scorso 2017, ma gli esperti sostengono che il paese ha continuato a costruire e perfezionare il suo arsenale, anche dopo i tre incontri di Kim Jong-un con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Secondo il Japan Times, un esempio delle crescenti capacità nucleari del Nord potrebbe essere rappresentato dal nuovo missile, esibito durante una massiccia parata militare nel mese di ottobre scorso, e ritenuto da alcuni analisti capace di trasportare abbastanza testate nucleari per sopraffare le difese missilistiche statunitensi e giapponesi. Kim Jong-un ha fissato una serie di obiettivi per potenziare l’arsenale nucleare nordcoreano, chiedendo il miglioramento delle capacità di attacco dei missili in grado di colpire ad un raggio di 15.000 chilometri, apparentemente destinati a raggiungere gli Stati Uniti. La Corea del Nord si è vantata anche di un nuovo sottomarino a propulsione nucleare, affermando di aver completato il progetto di ricerca e che si troverebbe nella fase di verifica finale. Altri progetti militari ordinati da Kim Jong-un includono lo sviluppo di armi nucleari tattiche, missili balistici intercontinentali a combustibile solido (ICBM) lanciati da terra o da sottomarini, testate ipersoniche e un satellite di sorveglianza militare. Tuttavia, il leader nordcoreano ha ribadito che Pyongyang non utilizzerà il suo arsenale nucleare a meno che “forze ostili” non tentino di attaccare con armi nucleari.
Riferendosi ai summit con Trump, il leader nordcoreano ha detto che la politica ostile degli Stati Uniti è “diventata più violenta” nonostante gli “sforzi di buona volontà” e la “massima pazienza” di Pyongyang per ridurre le tensioni nella regione. Nelle elezioni americane dello scorso novembre, Trump che ha evitato lo scontro diretto con la Corea del Nord è stato ampiamente visto come il candidato preferito del leader nordcoreano.
Il presidente eletto, Biden, aveva detto in precedenza che non avrebbe incontrato il leader nordcoreano senza precondizioni, promettendo di perseguire la diplomazia “di principio” su Pyongyang. Questo potrebbe includere incontri con Kim Jong-un se parte di una strategia che aiuti a fare progressi verso la denuclearizzazione della Corea del Nord. Biden aveva definito Kim Jong-un un “delinquente” e un “dittatore”, denunciando Trump per aver dato legittimità al leader nordcoreano tramite i summit, mentre Pyongyang aveva definito Biden un “cane rabbioso”.
La retorica aggressiva è l’ennesima escalation con esiti poco rassicuranti e scenari apocalittici o è parte di una strategia iniziale per ottenere un alleggerimento delle sanzioni che stanno strangolando il paese?
Non si può escludere, tuttavia, che nei prossimi mesi ci possa essere una ripresa dei test missilistici nordcoreani.
Elvio Rotondo
Country Analyst think tank “Il Nodo di Gordio”
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