Il 16 giugno, giornata da non dimenticare per le vicende inter-coreane. Fonti militari sudcoreane hanno segnalato l’esplosione dell’ufficio di collegamento inter-coreano, nella città di confine di Kaesong. L’Ufficio creato nel 2018 è stato il simbolo della riconciliazione. Lo scorso sabato, la sorella del leader nordcoreano, Kim Yo-jong, aveva avvertito che la Corea del Sud sarebbe stata testimone, di una “tragica fine dell’inutile ufficio di collegamento inter-coreano”. Pyongyang aveva inveito contro Seoul per non aver impedito agli attivisti/disertori nordcoreani di inviare palloncini con volantini anti-Pyongyang attraverso il confine. La risposta di Pyongyang appare come un’azione dimostrativa, dura e quasi isterica ma tutto sommato contenuta.
Il 31 maggio, membri dei Fighters for a Free North Korea(FFNK), guidati dal disertore nordcoreano Park Sang-hak, hanno inviato palloncini con volantini di propaganda, dalla città di confine di Gimpo, provincia sudcoreana di Gyeonggi. Nei volantini c’erano accuse contro il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, di essere un ipocrita. Il gruppo, insieme ai palloncini, ha anche disseminato dispositivi USB contenenti notizie e informazioni sulla florida Corea del Sud.
La Corea del Nord ha intensificato le tensioni nonostante il precedente sostegno di Seoul nelle controverse questioni dei volantini anti-Pyongyang, il governo sudcoreano ha dichiarato una “violazione della legge” denunciando tali attività, con accuse penali, per la prima volta dal 2004. La Cheong Wa Dae (residenza del presidente sudcoreano) dopo l’esplosione dell’ufficio di collegamento inter-coreano e dopo aver tenuto una riunione di emergenza del comitato permanente del Consiglio di sicurezza nazionale (NSC) per discutere della questione ha lanciato un avvertimento insolitamente forte.
Secondo alcuni esperti, la Corea del Nord cercherà di annullare l’accordo militare inter-coreano del 2018 con nuove provocazioni militari. Kim Yo Jong è una delle consulenti più fidate del leader Kim Jong-un e tra le donne più potenti del regime nordcoreano, la sua figura pubblica si sta espandendo rapidamente e si dice che potrebbe essere nominata come potenziale successore. Yo Jong è nata nel 1988, è uno dei tre figli di Kim jong-il e della sua terza partner, l’ex ballerina Ko Yong Hui. È stata educata in Svizzera insieme a suo fratello e quando Kim Jong-un ha ereditato il potere, dopo la morte del padre nel 2011, è salita rapidamente ai vertici.
La Corea del Nord non ha mai avuto una donna leader, ma secondo alcune speculazioni Yo Jong potrebbe essere il potenziale successore in caso di morte del fratello, soprattutto dopo le speculazioni sulla sua assenza di apparizioni pubbliche per settimane, all’inizio di quest’anno.
La leadership è sempre stata un affare di famiglia nel regime nordcoreano, ed è affidata a uno dei membri più importanti della “stirpe di Paektu” – un termine nordcoreano per Kim Il Sung e i suoi discendenti, che hanno guidato il paese nucleare dalla sua fondazione.
Secondo alcuni analisti il suo intervento è visto, dai media statali, come la voce della rabbia di Pyongyang contro gli attivisti, e interprete di un’azione altamente visibile che potrebbe essere intesa come il rafforzamento della sua credibilità con i militari nordcoreani e altri falchi.
Le provocazioni nordcoreane potrebbero non finire qui. Esperti che seguono la situazione coreana ritengono possibile un intervento da parte dell’artiglieria nelle vicinanze del confine marittimo in disputa con Seoul, nel Mare occidentale.Un’altra eventuale dimostrazione potrebbe essere un lancio di missili che servirebbe, maggiormente, ad attirare l’attenzione di Washington piuttosto che quella di Seoul. Il periodo migliore potrebbe essere dopo il mese di agosto, quando Seoul e Washington di solito svolgono esercitazioni congiunte, o nel mese di ottobre, quando la Corea del Nord celebra l’anniversario del Partito dei lavoratori al potere.Inoltre Pyongyang potrebbe spostare le truppe nelle regioni di confine, smilitarizzate in virtù di accordi inter-coreani.
Le cause del comportamento nordcoreano andrebbero, probabilmente, ricercate nel tentativo di sbloccare lo stallo, dopo gli incontri, avvenuti in passato, con gli Stati Uniti per una soluzione della crisi e l’alleggerimento delle sanzioni a cui il paese è sottoposto da decenni.
Le sanzioni economiche giocano un ruolo non indifferente in un paese che è perennemente in sofferenza dal punto di vista economico, soprattutto se scegliedi spendere il 20,8 per cento dei suoi 40 miliardi di dollari del PIL per le spese militari. Le sue Forze Armate, contano 1,2 milioni di soldati, su una popolazione approssimativa di 25 milioni e sono tra le più numerose al mondo. Il regime sanzionatorio nei confronti di Pyongyang in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha infatti avuto inizio nell’ottobre 2006 con l’adozione della risoluzione 1718 in risposta al primo test nucleare nordcoreano. Ogni azione militare dimostrativa di piccola portata di Pyongyang potrebbe essere vista come obiettivo per arrivare a concessioni economiche da parte di Seoul, utili per ravvivare momentaneamente l’economia barcollante della Corea del Nord.
Elvio Rotondo
Country Analyst del think tank “Il Nodo di Gordio”
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