Dall’emergenza Coronavirus alla crisi petrolifera, fino ai rapporti del governo Conte con l’Unione europea. In collegamento da Washington, un dialogo a tutto campo in 3 puntate del chairman del “Nodo di Gordio”, Daniele Lazzeri, con il noto politologo americano Edward Luttwak.
È in atto un Grande Gioco, una vera e propria battaglia per il controllo del mercato petrolifero tra Russia, Arabia Saudita e Stati Uniti. A Suo avviso, chi uscirà vincitore da questa guerra energetica?
C’è stata una coincidenza della decisione di sauditi e russi di combattere per il controllo del mercato tramite sconti, buttando petrolio sui mercati, ed il crollo della domanda globale. Quest’estate, dopo il 15 di giugno, la domanda del settore auto motive ed automobilistico recupererà. La domanda industriale recupererà, la domanda del comparto aviazione ci metterà molto di più a recuperare e la stagione estiva, molto importante per l’aviazione, sarà persa. Quindi la domanda è debole ed il prezzo del petrolio rimarrà debole. C’è un fortissimo interesse russo e saudita di mettere K.O. l’industria americana. I costi saranno alti e le imprese perdono diversi dollari a barile.
La differenza tra i Paesi in gioco è nel diverso grado di dipendenza delle loro economie dagli introiti delle esportazioni di petrolio. Ma anche dai diversi costi di produzione…
I sauditi hanno bassi costi di produzione, i russi stabiliscono i prezzi della loro produzione; mentre le aziende americane che estraggono petrolio funzionano a 30 dollari al barile, molte hanno bisogno di 40, altre 50; mentre i canadesi 80 di dollari al barile.Sicuramente, nella battaglia del petrolio, la produzione americana scenderà. La produzione russa e saudita rimarrà altissima, ma la produzione americana scenderà, perché non c’è una vera possibilità di proteggere questa industria se la domanda non recupera. C’è un’industria petrolifera in America, e ogni giorno diminuiscono i costi, però ha ancora bisogno di un prezzo del petrolio di almeno 35 dollari al barile. Invece, il settore petrolifero per l’economia russa è tutto, perché è un’economia non produttiva, un’economia mafiosa, dove non ti fanno lavorare, però hanno il petrolio. I sauditi sono i sauditi, hanno solo il petrolio. Mentre per gli Stati Uniti il petrolio rappresenta una piccola percentuale dell’economia e questa piccola percentuale è destinata a scivolare, in giù.
Si ringrazia Lorenzo Trufolo per la preziosa collaborazione.