A scanso di equivoci – e sarà decisamente facile, in questo clima, equivocare ciò che sto per dire – preciso che non ho alcuna simpatia per Angela Merkel e per la sua politica. L’ho sempre trovata troppo miope, incapace di grandi Orizzonti. Inadatta a guidare quello che, per diverse ragioni, è vocato ad essere il paese guida dell’Europa. Tuttavia questo montante odio anti tedesco sulla stampa e nell’opinione pubblica italiana non mi piace. E mi preoccupa molto. Perché una cosa è criticare le politiche di Berlino. Altra addossare ai tedeschi tutte le colpe della situazione in cui versa l’Italia. Che sono, in primis, colpe del governo e più in generale della classe dirigente italiana. Inetta, autoreferenziale, incapace di fare politica estera. E quindi di farsi valere sulla scena internazionale e, in particolare, europea.
La Ue è un’unione fra Stati. Lo abbiamo sempre saputo. E ogni stato, ogni governo cura, in primo luogo, i suoi interessi nazionali. Noi non lo abbiamo saputo, e voluto, fare. Ci siamo accodati ad interessi alieni. I nostri governanti non si sono comportati in modo da ottenere rispetto. Ma da lacchè. E come lacchè vengono, giustamente, trattati.
Certo, a farne le spese sono gli italiani. Ma gli italiani dovrebbero smettere di avallare in nome delle loro paure un governo e politiche che stanno distruggendo il futuro delle prossime due generazioni.
La Merkel non ha costretto Conte a firmare il MES con torture da lager. È Conte che ha voluto firmare. Addossando ad altri la propria responsabilità. E dopo aver di fatto messo fuori gioco il Parlamento con un golpe sanitario.
Criticare Berlino per una politica che, di fatto, sta provocando la disgregazione dell’Unione è sacrosanto. Odiare la Germania perché noi ci siamo affidati a governanti inetti, e in parte continuiamo a sostenerli… beh, è solo stupido.
Andrea Marcigliano
Senior fellow think tank “Il Nodo di Gordio”
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