Mario Draghi è sceso in campo. Ha rotto il lungo silenzio, o riserbo, in cui si era trincerato dopo aver lasciato la BCE, e, con una breve dichiarazione, ha sconvolto la, stagnante e asfittica, scena politica. Non è tanto quello che ha detto che conta. Certo aumentare il debito pubblico, rivedere le relazioni con la Ue…. tutte cose sacrosante.
Ma sono già in molti ad averle dette prima di lui. Solo che Draghi è Draghi. Non è, per intenderci, al servizio di qualche potere forte finanziario o bancario. Come era Mario Monti. Draghi è i poteri forti. Ovvero forse l’unico uomo, in questo momento in Italia, che possa parlare da pari a pari con Bruxelles, Parigi, Berlino… E con la Grande Finanza internazionale. Senza mettersi in ginocchio col cappello in mano. Come abbiamo, purtroppo, visto fare in questi mesi.
Draghi ha parlato. E quello che conta, come dicevo, non è ciò che ha detto. Ma quando e come lo ha detto. Il silenzio dei mesi trascorsi non implicava inattività. Le tele che portano alle grandi svolte si tessono sempre nel riserbo.
Presto non vedremo più annunci contraddittori e impanicati via facebook a tarda notte.
La situazione è matura.
Ci piaccia o meno sta per iniziare l’anno del Dragone.
E sarà un anno molto, ma davvero molto lungo…
Andrea Marcigliano
Senior fellow think tank “Il Nodo di Gordio”
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