I mercati globali nuovamente in subbuglio, le piazze finanziarie che segnano consistenti ribassi e le valute di molti Paesi emergenti sotto pressione.
Sono notizie alle quali nell’ultimo decennio, loro malgrado, investitori e risparmiatori si sono abituati a sentire ripetutamente.
Nulla di particolarmente nuovo, dunque, anche in riferimento allo sciame di allarmismi e preoccupazioni per l’attuale situazione in Turchia. Se non fosse per un particolare che non è affatto secondario.
Alla radice della montante crisi che sta travolgendo la “Sublime Porta” non ci sono ragioni strettamente economiche o finanziarie. È invece in atto uno scontro geopolitico di fondo che rischia di minare i già precari equilibri internazionali.
Già più di un anno e mezzo fa ce ne occupammo sulle pagine del settimanale “Panorama” quando, a seguito dei numerosi attentanti terroristici sul territorio turco, illustrammo le motivazioni del perché la Turchia venisse ripetutamente colpita per la sua fragilità: “Un crocevia geopolitico costretto tra la continua minaccia interna ad opera del terrorismo curdo del PKK e contemporaneamente degli jihadisti del Califfo ma anche indebolito dal perdurante tiro alla fune con la NATO e l’Unione Europea” (Panorama, 11 gennaio 2017).
Continua a leggere l’articolo di Daniele Lazzeri, Chairman de “Il Nodo di Gordio” su: https://www.electoradio.com/mag/uomo-avana/turchia-in-crisi-lfmi-vuole-divorare-lultima-lira/