Tra i crescenti timori che i militanti uiguri, separatisti dello Xinjiang che si addestrano e operano in Afghanistan, possano colpire la Cina occidentale, l’esercito di Pechino starebbe aumentando la sua presenza in Tagikistan, con uno schieramento di truppe nella regione del Gorno-Badachšan. L’area interessata si trova in una regione autonoma del Tagikistan orientale, una delle aree strategicamente più sensibili dell’Asia centrale, situata sulle montagne del Pamir. Nel 1991 la Repubblica del Tajikistan ottenne l’indipendenza dall’Unione sovietica e nel 1992 il Gorno-Badachšan tentò di ottenere a sua volta l’indipendenza, non riuscendo però nell’intento. Il Gorno-Badachšan regione confina a sud e ad ovest con Afghanistan e a est con la regione autonoma cinese dello Xinjiang.
Venti autonomisti nel Gorno-Badachšan
Secondo quanto riporta International Crisis Group, l’aumento della schieramento di personale della sicurezza cinese nella regione sarebbe dovuta, probabilmente, alla presenza dei militanti uiguri che operano oltre il confine in Afghanistan o dal loro rientro dal Medio Oriente.
Dagli anni ’90, il Gorno-Badakhshan ha cercato di rafforzare la sua autonomia, anche attraverso la lotta armata. Per ora la regione è relativamente tranquilla, ma la situazione potrebbe cambiare senza preavviso.
La zona di confine tra Afghanistan e Gorno-Badachšan è fonte di preoccupazione per Cina, Russia, Stati Uniti e altre potenze straniere. Il Tagikistan, membro dell’Organizzazione del Trattato per la sicurezza collettiva (Csto) che riunisce Stati ex sovietici ed è guidata dalla Russia, ospita la 201° Motor Rifle Base, la più grande base russa in terra straniera.
È un importante punto di transito per merci cinesi destinate all’Afghanistan, al Pakistan e ad altri Paesi: i talebani e i combattenti affiliati al sedicente Stato islamico operano lungo la frontiera afghana. Gli oppiacei afgani circolano così liberamente in Tagikistan e successivamente in Russia, Cina e Occidente.
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