La questione – ed è questione spinosa e più urgente di quanto si possa credere – viene posta, senza infingimenti e diplomazia, da Câlin Georgescu, il vincitore delle ultime elezioni politiche in Romania.
O meglio, quello che avrebbe vinto se non si fosse messa di mezzo l’Unione Europea. La cui pressione ha spinto la Corte Suprema rumena – che è, si badi bene, un organo politico, nominato dal vecchio presidente – ad invalidare il risultato elettorale. Senza alcuna motivazione.
Per cui in Romania si dovrà tornare al voto. Quando, però, non è dato saperlo. Fra qualche mese, dicono.
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