Mica facile parlare di Turchia senza fare i conti con le suggestioni dell’immaginario rimescolate con l’attualità. Perché in questo magma c’è posto per gli orrori delle popolazioni mediterranee assalite dai pirati barbareschi («Mamma, li Turchi!»), per i trionfali scenari cristiani della battaglia di Lepanto, per l’Olocausto armeno evocato da Francesco, per quell’intricato mix di rivoluzione e controrivoluzione che vede Erdogan sottoposto agli esami del sangue da parte dell’Occidente. E tuttavia, piaccia o no, la Turchia va considerata un «amico necessario» per il ruolo cardine negli equilibri del Mediterraneo. Questa almeno è la valutazione espressa dal Nodo di Gordio, la rivista diretta da Daniele Lazzeri che inaugura una nuova collana di approfondimento geopolitico – Irradiazioni – proprio con un fascicolo dedicato alla Turchia (La Sublime Porta, pp. 203, euro 18).
Tutti fanatici dell’Eurasia – a partire da Franco Cardini – i collaboratori del Nodo di Gordio? In realtà, la rivista (in uscita il numero 11 dedicato agli scenari dell’interconnessione globale, tra vecchi e nuovi conflitti) offre abbondante materiale per riflettere sulla storia e sull’attualità. Possiamo fare a meno della Turchia? C’è o no la minaccia globale di un feroce, terzo radicalismo (così Ernst Nolte definiva il fondamentalismo islamico, erede del comunismo e del nazismo) che richiede nuove alleanze e nuove strategie?
Mario Bernardi Guardi