Anteprima dell’intervista a Robert Gates, ex Segretario della Difesa sotto i presidenti George W. Bush e Barack Obama che verrà pubblicata sulla rivista quadrimestrale “Il Nodo di Gordio”
Robert Gates ha visto i problemi di sicurezza nazionale da angolazioni diverse, come qualsiasi americano in servizio pubblico. Ex ufficiale della CIA, ne è poi salito al vertice e ha infine servito come Segretario della Difesa sotto i presidenti George W. Bush e Barack Obama. Gates ha preso parte ai più importanti dibattiti nazionali sulla sicurezza nazionale fin dagli anni 70, quando ha servito al Consiglio di Sicurezza Nazionale sotto i presidenti Richard Nixon, Gerald Ford e Jimmy Carter.
In questa intervista con William McKenzie, editor di The Catalyst, e con il Colonnello a riposo Miguel Howe, direttore del George W. Bush Institute’s Military Service Initiative, il Segretario Gates descrive le minacce a cui ritiene che la nazione e i suoi militari debbano prepararsi per il futuro.
Prima di analizzare se le forze armate statunitensi siano pronte per le prossime sfide, quali crede che siano le minacce prioritarie per gli Stati Uniti? È questa Russia più aggressiva? Il nostro rapporto con la Cina? Stati canaglia come la Corea del Nord? Attori non statali come l’ISIS? La guerra cibernetica? O altro ancora?
Lei punta il dito sulla sfida maggiore che i nostri militari affrontano, ovvero la vasta gamma di potenziali minacce e conflitti nonché la loro letalità. Vorrei dire ai nostri leader militari e ai cadetti nelle accademie che la nostra più grande sfida è stata formare l’esercito attraverso formazione e equipaggiamenti che avessero la maggiore versatilità possibile per la più ampia gamma possibile di conflitti e letalità. Questa è una enorme sfida. Come ci si può preparare? Dato questo scenario, direi che questa è una sfida a lungo e a breve termine. Ci sono sei sfide a breve termine che sono preoccupanti. La prima è la Corea del Nord, in parte a causa della sua imprevedibilità e in parte a causa dei suoi rapidi progressi nei missili balistici e nei programmi nucleari. C’è il rischio di un’azione da parte dei coreani del nord che ci porta a reagire in qualche modo. La seconda sfida è l’Iran e la possibilità di una provocazione deliberata nel Golfo Persico. Questi potrebbero essere due conflitti che derivanti da provocazioni deliberate di questi due governi che stanno determinando un’escalation. Più in generale aumenta il rischio di uno scontro involontario con la Cina o la Russia. Uno di questi scontri potrebbe verificarsi con la Cina nel Mar Cinese Meridionale, o con la Russia che si avvicina troppo a una delle nostre navi o che in qualche modo abbatte o danneggia uno dei nostri aerei. Queste situazioni sarebbero molto pericolose e potrebbero scaturire da un episodio involontario. Poi, certamente, c’è la minaccia dell’ISIS e quella globale del terrorismo. E c’è anche la minaccia cibernetica. Più a lungo termine, quegli stessi quattro paesi rappresentano la maggiore preoccupazione. La Cina ha certamente la determinazione o l’intenzione di diventare militarmente una potenza regionale in Asia. Non credo che ci sfideranno a livello mondiale. Il secondo paese è la Russia, che è una potenza in declino economicamente e in ogni aspetto, ad eccezione di quello militare. E, come hanno scoperto i Sovietici, non puoi sostenere un esercito del XXI secolo se il resto del tuo paese sta andando a rotoli. Come sfide regionali a più lungo termine ci sono infine la Corea del Nord e l’Iran. Quella cyber è una seria sfida a lungo termine per il paese.
Continua la lettura dell’intervista a Robert Gates su Il Foglio-> https://www.ilfoglio.it/esteri/2017/12/17/news/le-minacce-del-mondo-spiegate-a-trump-169187/