In principio fu Enea, costretto ad abbandonare la patria a causa della guerra. Proprio a lui e ai suoi ‘eredi’, gli attuali migranti, fa appello il volume ‘Nuovi figli di Enea’, un’analisi collettiva stilata da studiosi, storici e giornalisti, pubblicata da Il nodo di Gordio, think tank di geopolitica ed economia internazionale. La monografia si incentra sul problema geopolitico forse più rilevante che sta interessando l’Europa degli ultimi anni. Il processo migratorio a cui stiamo assistendo, infatti, oltre che consistere in un epocale dramma umanitario, in mancanza delle adeguate misure, inattuabili senza una comprensione di fondo del problema, rischia di assumere proporzioni ancora maggiori nell’immediato futuro.
Il volume muove proprio da tale presupposto. Franco Cardini, medievista all’Istituto italiano di scienze umane di Firenze e direttore editoriale della rivista Il nodo di Gordio, offre per esempio una lettura storica del processo: “Questo dei migranti è un déjà vu nella storia del mondo: ma le esperienze accumulate nel passato servono poco per due motivi. Primo, può anche esser vero che la storia, nelle sue grandi linee, ‘si ripete’, ma sempre con un certo numero di variabili che sono regolarmente più e di maggior peso delle costanti. Secondo, l’emergenza dinanzi alla quale ci troviamo è complicata dal rischio di possibili terroristi infiltrati tra i poveracci in cerca di asilo”. Ecco allora la necessità di stabilire relazioni sistematiche con l’altra sponda del Mediterraneo, come evidenzia il focus sulle politiche europee necessarie e sulla collaborazione con alcuni paesi chiave quali Turchia, Libia e Marocco, e di studiare le principali rotte delle migrazioni (mediterranee e balcanica).
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