Non hanno avuto bisogno di ricorrere all’inglese per varare una riforma sbagliata: il governo di Parigi ha chiamato “Loi travail” (Legge lavoro) la versione transalpina del Jobs Act renziano. Ma il presidente François Hollande ed il premier Manuel Valls non avevano messo in conto che il popolo francese è molto più reattivo di quello italiano. E se nel Bel paese renziano è sufficiente lanciare un nuovo modello di telefonino cellulare per spostare l’attenzione dei giovani e dei media, i transalpini hanno preferito scendere in piazza e protestare.
Il governo di Parigi ha ribattuto che la legge non si cambia e ha mandato le forze dell’ordine a sgomberare i blocchi dei manifestanti “perché – ha avvertito Valls – è inaccettabile obbligare i francesi a 45 minuti di coda per fare il rifornimento di benzina”. Mentre i sostenitori del governo, intervistati dai giornali italiani di rito renziano, spiegavano che non c’è nulla di male in una legge che prevede meno salario e più orario: “Se ce lo chiede l’Europa – assicuravano i filogovernativi – vuol dire che è giusto così; e poi il cambiamento è passato anche in Italia, la Francia non può rimanere indietro”.
[…]
Continua la lettura dell’articolo di Alessandro Grandi su l’Opinione —> La Francia non vuole diventare come l’Italia