Nonostante la previsione di alcuni analisti internazionali su un rallentamento dell’economia cinese durante l’anno in corso, soprattutto a causa dell’indebolimento della domanda interna e delle esportazioni colpite dalle tariffe statunitensi, Pechino continuerà a perseguire la leadership globale nei settori strategici attraverso investimenti sostenuti dallo stato, come delineato nei suoi piani quinquennali, nella strategia industriale “Made in China 2025” e in altri documenti nazionali.
Nel 2017, i leader cinesi affermavano che il progetto OBOR (One Belt, One Road) doveva includere iniziative economiche in Asia, Asia Meridionale, Africa ed Europa, ora invece comprende tutte le regioni del mondo, tra cui l’Artico e l’America Latina, il che dimostra lo scopo e la portata dell’ambizione di Pechino.
In ambito militare, negli ultimi anni, la Cina ha esteso la sua presenza militare fuori dal territorio nazionale, in paesi, dove la Cina ha fatto investimenti economici, in porti civili e in particolare in posizioni strategiche come gli importanti “chokepoint” marittimi. Un esempio è lo Sri Lanka, dove gli investimenti cinesi nei porti civili sono stati seguiti da dispiegamenti o visite del PLA (People’s Liberation Army).
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