La permanenza dell’Italia nella Nato è, purtroppo, inevitabile. Il servilismo no. Anzi, diventa sempre più dannoso. Perché guardare solo a Washington e, in alternativa, a Bruxelles, impedisce all’Italia di riprendere il proprio ruolo fondamentale nel Mediterraneo. Lo ha spiegato ieri Gianni Bonini, senior fellow del think tank Il Nodo di Gordio e con una prestigiosa carriera ai vertici di organismi internazionali, nel corso di una strepitosa lezione di 3 ore al corso interuniversitario sui Sistemi Complessi, organizzato da La Torre e dal Cirps.
Un ruolo che era ben presente ai politici della prima repubblica, ma che non è per nulla evidente ai nuovi protagonisti della politica italiana, oscillanti tra la più crassa ignoranza alla Giggino e le genuflessioni atlantiste. Così la sponda Sud del Mediterraneo vede crescere la presenza di quei Paesi che sono stati pronti a riempire i vuoti provocati dalla fuga italiana e dalle ripetute sconfitte macroniane.
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