I Paesi andini alle prese con l’orgoglio indigeno e con scelte politicamente scorrette. Attenzione all’ambiente ed all’offensiva protestante
Non è partito dall’Argentina il ritorno di Papa Francesco in America del Sud. Il Pontefice ha scelto Ecuador, Bolivia e Paraguay. Dunque Paesi molto particolari nello scenario latinoamericano. E molto diversi dalla sua Argentina, così europea e anche così italiana. L’Ecuador sta crescendo, ma a ritmi non sufficientemente rapidi. Rafael Correa, il presidente, è uno dei leader regionali più apprezzati nell’area andina e anche nell’intera America Latina, soprattutto dopo la scomparsa del venezuelano Chavez sostituito dal modesto Maduro. Correa ha ridotto la povertà, ha dato una speranza alle popolazioni indigene, ha stretto alleanze con i leader dei Paesi considerati populisti secondo le definizioni europee. Ma tutto ciò non gli è bastato, sin dall’inizio del suo primo mandato, per evitare gli scontri con le femministe locali. Ed ora lo scontro si è accentuato con le posizioni anti gender del presidente. Che, in compenso, piace molto agli ambientalisti. L’Ecuador sta difendendo la biodiversità a partire dalle isole Galapagos, ma anche in terra ferma. Temi, l’ambiente ed il gender, su cui troverà punti di contatto con il Papa.
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