L’intervento russo in Siria ha ottenuto il doppio risultato di dimostrare l’inettitudine di Obama e degli europei e di rilanciare Mosca come potenza globale. Comunque vada il conflitto in Medio Oriente, i nuovi equilibri geopolitici non potranno venire disegnati senza tenere conto della volontà del Cremlino
L’intervento militare russo in Siria, per quanto ampiamente previsto e annunciato, sembra aver preso alla sprovvista Washington e la maggioranza delle Cancellerie europee. Non si spiegherebbe altrimenti la reazione scomposta di un Hollande palesemente furioso per il fatto che “quel russo” lo ha defraudato dell’attenzione dei media internazionali; non si spiegherebbe il balbettio di Cameron, un momento pronto ad aperture nei confronti di Assad, il momento dopo ad atteggiarsi a duro e rigido difensore della democrazia e a chiedere la “cacciata del tiranno”.
E soprattutto non si spiegherebbe il viso grigiastro ed esterrefatto del Segretario di Stato J.f. Kerry, quasi incapace di dare una risposta coerente alle domande dei giornalisti: la più lampante dimostrazione dello stato di confusione in cui versa l’Amministrazione di un ormai crepuscolare Barack Obama.
[…]
Continua la lettura dell’articolo a cura di Andrea Marcigliano, Senior fellow de Il Nodo Di Gordio per IlGiornale.it —> Il Grande Gioco siriano dello Zar Vladimir