Vi è uno strano modo di pensare le guerre. E, a ben vedere, di combatterle. Perché la cultura, o anche più semplicemente l’informazione, quando si fa propaganda, diviene un’arma. E un’arma estremamente temibile.
E un modo di combattere le guerre, anzi una ben precisa arma, è la geografia. Più esattamente sono le carte geografiche, che non rappresentano, come comunemente si crede, la realtà oggettiva. Bensì una sua interpretazione, spesso falsificante, sempre faziosa.
Non è necessario inventarsi carte immaginarie di terre fantastiche. Basta prendere la cartografia di un territorio, e leggerla in un’ottica particolare. Le montagne, i laghi, i mari e le pianure restano quelle che sono. Ma il loro significato cambia. Molto.
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