Tra le molteplici sanzioni inflitte alla Russia dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina, che si sta trasformando nel più grande conflitto europeo dalla seconda guerra mondiale, possono rivelarsi assai dannose quelle relative al campo della tecnologia. Un’analisi del Center for European Policy Analysis (CEPA) di Washington, realizzata dai giornalisti investigativi russi Andrei Soldatov e Irina Borogan e ripresa dal magazine informatico ucraino Dou.ua, esamina i possibili e pesanti effetti che le nuove sanzioni messe a punto da Stati Uniti, Unione europea, Giappone e altri paesi produrranno sul settore tecnologico della Federazione.
La potenza multi-regionale, in apparenza, dovrebbe essere preparata a fronteggiare questo tipo di sanzioni, visto che il Cremlino per ridurre la dipendenza tecnologica dagli stranieri, da anni spinge per lo sviluppo del proprio “made in Russia”. Per questo, dal 2015, ha introdotto vari tipi di incentivi e restrizioni per le società statali e le agenzie governative al fine di favorire l’importozameshchenie (la sostituzione delle importazioni con prodotti locali) di software e hardware promuovendo i servizi offerti da azienda russe, come Яndex (Yandex), che nel 1997 lanciò il primo motore di ricerca in cirillico, oppure il Gruppo Mail.ru di Dmitry Grishin.
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