Ecco come si inserisce la crisi dell’ANC all’interno dello scenario elettorale, ne parliamo con Marco Cochi.
Domani in Sudafrica si svolgeranno le elezioni generali per il rinnovo del Parlamento. Circa 27 milioni di elettori saranno chiamati ad esprimere le loro preferenze sia su base nazionale, sia provinciale. Il Parlamento sudafricano, che detiene il potere legislativo, è un organo bicamerale composto in totale da 490 seggi e viene eletto a turno unico: è costituito da una camera bassa, l’Assemblea Nazionale (400 seggi) – eletta con il metodo del quoziente Droop – e da una camera alta (90 seggi: 10 delegati per ciascuna delle 9 province), il Consiglio Nazionale delle Province, portavoce e garante degli interessi territoriali in ambito nazionale.
Una volta costituito, entro 30 giorni, il Parlamento dovrà nominare il Presidente della Repubblica, che resterà in carica cinque 5 anni – così come tutto il Parlamento – con la possibilità di rinnovare il mandato una sola volta. Al Presidente, che sarà scelto tra le fila del partito che otterrà il maggior numero di seggi, spetta il potere esecutivo poiché, al contempo, è anche capo del Governo. Inoltre, dispone della facoltà di nominare e revocare i Ministri, ma non può sciogliere le Camere.
Continua a leggere l’intervista a Marco Cochi, Country Analyst del think tank “Il Nodo di Gordio” su l’Indro: https://www.lindro.it/ele-zio-ni-in-su-da-fri-ca-non-finira-legemonia-dellanc-ma-la-crisi-resta/