Sarebbe facile, anche troppo, dirlo ora. Dire che lo abbiamo sempre pensato e detto. Che tutta la folla di dichiarazioni a favore della Harris, sulla sua potenziale vittoria, sul suo essere in testa in vari stati erano soltanto fuffa. Chiacchere da imbonitori per mascherare la realtà. Ovvero che la buona Kamala era un candidato di risulta, assolutamente non in grado di competere con Trump, e, per altro, scelta obtorto collo da un manipolo di maggiorenti dietro il Partito Democratico. Mai provata dalle Primarie. Mai messa di fronte al vaglio degli elettori. Caso unico, a quanto mi consta, nelle moderne elezioni degli States.
Sarebbe facile…e, in fondo, inutile. Un aggregarsi alla fila di coloro, che, sino a ieri, sino a poche ore fa, davano la Harris per vincente e ne pronosticavano le magnifiche sorti e progressive… Mentre ora si affannano a fare i neo-trumpiani, a correre in soccorso del vincitore. E questo, soprattutto, nella, cosiddetta, “destra” italiana. Che non sa, letteralmente, più che pesci pigliare, dopo aver, da anni, scaricato il Tychoon e sposato le cause, assurde ed armate, di Biden e della sua congrega.
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