Confesso, sono una deficiente. Pur avendo questo giornale scoperto il piano Bdel primo accordo di governo, l’ho poi lasciato da parte, cullata lentamente in uno stato di semicosciente ottimismo, perché poi, alla fine, chi mai davvero potrebbe esporre il paese alla destabilizzazione politica? Una cosa sono le idee altro è la responsabilità di governo, mi sono ripetuta. In fondo quale politico accetterebbe mai di giocare a carte con il Destino del Popolo in nome del Popolo?
Non lo avevo messo in conto. Questo azzardo non l’ho visto arrivare perché era sempre stato lì, nello stesso atto fondativo della coalizione di governo.
Il Def, presentato ieri da Luigi Di Maio (con tutti i mezzucci comunicativi di un partito che della comunicazione ha fatto il suo unico Dio), e definito come l’abolizione della povertà, è solo una povera misura elettorale. L’asticella del deficit al 2.4, per i prossimi tre anni, non è infatti una manovra e nemmeno una proposta di manovra.
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