Tra il 2000 ed il 2013 l’interscambio italo-russo era cresciuto del 185% e le esportazioni italiane del 327%. Da allora sono intervenute le sanzioni a far crollare gli scambi commerciali tra i due Paesi. L’export italiano, alla fine dello scorso anno, era calato del 34% rispetto al 2013 e quest’anno la flessione è proseguita. Ma in alcuni settori, dove le sanzioni sono state evitate o, in qualche modo, aggirate, le vendite italiane in Russia sono tornate a crescere.
Appare quindi del tutto assurdo che ci sia ancora chi – in nome di un moralismo a senso unico in politica estera – voglia penalizzare le aziende italiane bloccando la possibilità di esportare. Anche perché il Pil russo crescerà, il prossimo anno, più di quello italiano e le opportunità che si perdono in questa fase di rilancio dell’economia di Mosca, saranno difficili da recuperare poiché la concorrenza internazionale non rimane a guardare con occhi bovini.
In Russia, negli ultimi 10 anni, sono stati creati 120 parchi tecnologici ed industriali, altri 37 sono in fase di realizzazione. E Mosca è al 12° posto, nelle classifiche mondiali, per innovazione mentre l’Italia è soltanto ventiseiesima. E’ dunque indispensabile cancellare le sanzioni con estrema rapidità per consentire alle imprese italiane di rientrare in un’ economia russa in ripresa.
La Redazione del Nodo di Gordio
La notizia dal sito di Civica trentina: La Regione Trentino Alto Adige Südtirol boccia la mozione contro le sanzioni alla Russia presentata da Civica Trentina: una chiaro esempio di autonomia utilizzata male