Inesistenza del reato. Può bastare, come sentenza, quella emessa dal giudice federale argentino Daniel Rafecas, a proposito delle accuse rivolte alla “presidenta” argentina Cristina Kirchner in merito ad inesistenti coperture dell’Iran per un attentato nel Paese latino-americano? “le ipotesi di reato sono insostenibili”, ha aggiunto il magistrato nella sentenza che, ovviamente, è stata del tutto ignorata dai media italiani. Dunque il castello di accuse costruito, per far contenti alcuni ambienti di oppositori, contro la presidenta si è rivelato del tutto insussistente. Eppure, nelle scorse settimane, era stato creato un caso mondiale perché l’accusatore, il giudice Albero Nisman, era stato trovato morto (in una stanza chiusa a chiave dall’interno) e tutto il becerume politicamente corretto aveva accusato la presidenta Kirchner di aver ordinato l’esecuzione. Ora si scopre che Kirchner non avrebbe avuto la benché minima ragione per farlo, visto che non esistevano prove di un coinvolgimento del governo. E lo stesso Nisman – spiega il collega Rafecas – ne era convinto siano a dicembre, salvo poi cambiare idea senza alcuna prova. Sempre che abbia cambiato idea davvero. Ma nel mondo virtuale dell’informazione di comodo, Kirchner era comunque colpevole e Nisman un martire.
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