“La presenza dell’ISIS in Libia può destabilizzare il Mediterraneo“
(Clicca sull’immagine per leggere l’intervista a Marco Cochi su Il Giornale di Sicilia)
«Che Abu Bakr al-Baghdadi si trovi attualmente a Sirte è una notizia diffusa dall’agenzia di stampa iraniana Fars, citando fonti libiche rimaste anonime. Ma sembra più un tentativo di disinformazione nella guerra mediatica in corso fra l’Iran sciita e le potenze sunnite, come Turchia e Arabia Saudita». Marco Cochi, ricercatore del Cemiss —il Centro studi strategici del ministero del la Difesa — e analista del think-tank «Il nodo di Gordio», invita a prendere con le molle gli annunci sullo ”sbarco” del califfo in terra libica.
Marco Cochi è Country Analyst de “Il Nodo di Gordio”
POCO O NULLA VIENE DETTO DEL SUCCESSO E DEL PERICOLO DEGLI ISLAMICI MOLTO ATTIVI IN AFRICA, NIGERIA E QUANT’ ALTRO
IL RISULTATO NEL MEDIO PERIODO POTREBBE ESSERE QUELLO DI CREARE UNA PRESENZA TERRITORIALE ISLAMICA CONTINUA E FACILMENTE CONTROLLABILE DALLA NIGERIA FINO ALLA LIBIA…
MEDITIAMO, GENTE, MEDITIAMO
Quando si è intervistati su un giornale ci sono degli spazi da rispettare ed è quindi necessario circoscrivere la risposta all’essenziale. Il risultato che Lei descrive è un ipotesi che allo stato attuale sembra difficilmente realizzabile perché Boko Haram, pur continuando a costituire una seria e pressante minaccia per l’intera regione occidentale del continente africano, sta subendo gli effetti della massiccia azione militare della MJTF che le ha strappato ampie zone di territorio sotto il suo controllo. L’offensiva non ha inciso in maniera concreta sul potenziale offensivo del gruppo, ma lo ha costretto a rivedere la sua strategia operativa, rimodulandola più sugli attentati che sulla conquista di porzioni di territorio. Inoltre, sarà molto difficile che l’affiliazione allo Stato Islamico possa avere un impatto immediato sul campo di battaglia, dati i diversi contesti sociali e politici in cui operano i due gruppi e la notevole distanza geografica che li separa.