Erdogan deve affrontare elezioni cruciali, facendo leva sul ventre profondo del nazionalismo turco. Ma proprio questo sta frazionando l’Akp
Erdogan ha un problema. O, più esattamente, si trova di fronte ad un dilemma. Un bivio che, da una parte, vede l’approssimarsi delle Elezioni Politiche, che si terranno in Turchia il prossimo 13 Giugno; dall’altro vi è lo scenario internazionale, dove Ankara sembra rischiare un progressivo isolamento.
E i due problemi, inevitabilmente, sono inestricabilmente intrecciati.
Ad appena un anno dalla sua, trionfale, elezione alla presidenza della Repubblica, Erdogan si trova a dover affrontare una cruciale tornata elettorale; tanto più cruciale se si pensa che il leader turco vuole fare della prossima una legislatura costituente, per trasformare radicalmente l’assetto istituzionale, portando la Turchia ad essere una Repubblica presidenziale su modello statunitense, con l’abolizione del ruolo di Primo Ministro, attualmente ricoperto da Ahmet Davutoglu. Per far questo, però, sarebbe necessaria una maggioranza parlamentare qualificata, ovvero, tradotto in parole povere, circa 50 seggi più di quelli di cui gode attualmente l’AKP, il partito di cui il Presidente è stato fondatore e resta il principale leader.
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Leggi l’articolo completo di Andrea Marcigliano, Senior fellow de “Il Nodo di Gordio” per ilGiornale.it —> Il dilemma del Sultano