Da Mps all’Ilva, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Sta cambiando, però, il livello di consapevolezza di chi si occupa di informazione
Quando si pensa alla disinformazione economica, il pensiero degli italiani corre inevitabilmente alla vicenda Parmalat. Con un’azienda sull’orlo del fallimento ma presentata immancabilmente come sana, solida, con grandi prospettive. Conseguenza di una informazione scorretta ma, generalmente, consapevole. Malafede, non ignoranza. Non era il primo caso, non è stato l’ultimo. Da Mps all’Ilva, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Sta cambiando, però, il livello di consapevolezza di chi si occupa di informazione. Sempre meno malafede, sempre più crassa ignoranza. Non è detto che sia un bene. Perché giornalisti consapevoli non significa sempre giornalisti in malafede; giornalisti ignoranti significa, sempre e comunque, giornalisti manipolabili senza troppe difficoltà.
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L’articolo completo di Alessandro Grandi su IlGiornale.it —> False notizie per creare il panico economico