Un’intervista di Gün.Az (Az. News) su questioni internazionali a Toğrul İsmayıl, professore dell’Università di Economia e Tecnologia di Ankara.
In questi giorni il Parlamento Italiano ha discusso una risoluzione legata al riconoscimento del genocidio di Khojaly.
[Articolo collegato – La tragedia di Khojaly è stata presentata presso il Parlamento Italiano]
Come è che si è data la notizia di questa risoluzione?
Questo fatto costituisce un passo importante in dirittura di arrivo verso una sensibilizzazione della comunità mondiale sulle pretese territoriali dell’Armenia nei confronti dell’Azerbaigian, sulla sua avvenuta aggressione bellica, sull’occupazione della regione del Nagorno Karabakh e dei circostanti territori. A questo riguardo presso il parlamento italiano si è recentemente tenuta una conferenza. Inoltre, la rivista “Charta Minuta” ha pubblicato ampio materiale sulla questione inerente all’occupazione armena dei territori azerbagiani.
Tale iter potrebbe avere un seguito anche presso altre nazioni?
Vorrei ricordare che, qualche tempo fa, alcuni membri del Congresso degli Stati Uniti al fine portare a conoscenza dell’opinione pubblica mondiale il massacro di Khojaly non si sono certo risparmiati.
Nel 2010 presso la Camera dei Delegati del Congresso degli Stati Uniti, i membri del Congresso, Bill Suater, Soloman Ortiz e il membro del gruppo, Michael MacMahon, co-presidenti del gruppo operativo agente per l’Azerbaigian, avevano sortito una dichiarazione al Congresso. Peraltro anche in Turchia, la questione viene a porsi in posizione centrale rispetto all’interesse dell’opinione pubblica nazionale
E quindi cosa dobbiamo fare per mutare il nostro atteggiamento verso i processi connessi a questa questione?
L’Azerbaigian, nonostante la sua indipendenza, è da 20 anni che viene a trovarsi sotto l’occupazione dell’Armenia, la quale rea di carneficine di massa, quali il genocidio di Khojaly, soggioga ancora il 20 per cento delle sue terre. Purtroppo nonostante alcune accuse da parte di organizzazioni internazionali così come l’operato del gruppo di Minsk, legato all’OSCE, risultati concreti non sono ancora stati compiuti. Pertanto, dobbiamo fare tutto il possibile affinché l’Unione europea muovendosi seriamente, non venga meno alla sua partecipazione a questo dibattito.
Come già è stato affermato dalle Nazioni Unite, dal Consiglio del Parlamento d’Europa e da un certo numero di altre organizzazioni prestigiose, dubbi circa l’aggressione armena all’Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh non ve ne sono. Peraltro il mancato rispetto delle numerose risoluzioni ONU che richiedono il ritiro dai territori azeri occupati dall’Armenia unitamente all’impunità di questi fatti esaspera ulteriormente questo Paese.
Tutto ciò è deplorevole e quindi non dobbiamo esimerci di fare tutto il possibile per diffondere questa notizia e per far sì che la tragedia di Khojaly all’interno del dibattito e del riconoscimento a livello internazionale passi come genocidio. Pertanto dobbiamo fare in modo che l’Europa, includendo come nazione amica l’Italia, compia dei passi atti sostenere l’Azerbaigian ed a raggiungere la pace e la giustizia, legate a quel 20 per cento di territori occupati dall’Armenia. Per porre fine a questo conflitto ancora non risolto noi tutti ci dobbiamo mobilitare.
Elnur Eltürk Gün. Az