Intervista di Luigi Marcadella
Probabilmente non è catalogata nelle mappe concettuali delle relazioni internazionali, tuttavia la geopolitica delle “relazioni personali” è ancora oggi una delle più potenti armi del “dietro le quinte” della diplomazia. Anche se in questa precisa fase storica sembrano ritornare in auge i fasti antichi del potere statuale, il novero delle conoscenze dirette e personali – consolidate nel tempo – permette di superare molti degli schermi che la politica diplomatica tourt courtspesso non riesce ad oltrepassare. Nel panorama italiano l’emblema della geopolitica delle “relazioni personali” è rappresentato dal professore Giancarlo Elia Valori, Honorablede l’Académie de Sciences de l’Institut de France, uno dei più brillanti osservatori italiani di questioni internazionali e interlocutore diretto di molti esponenti governativi con incarichi ai massimi livelli. Recentemente il professor Valori ha avuto un ruolo cruciale proprio nella liberazione dei tre ostaggi di cittadinanza americana detenuti in Corea del Nord (da ricordare che a Pyongyang una residenza è dedicata a Emilia Valori, madre di Giancarlo Elia Valori). A seguire una delle più lucide e dettagliate analisi dell’attuale potere politico e militare che regge la Corea del Nord di Kim Jong Un.
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Professor Valori, come si sta evolvendo la politica internazionale della Corea del Nord alla luce delle recentissime “aperture” di Kim Jong Un?
Il Grande Leader vuole avere, per il futuro, una classe dirigente nuova e adatta alle modificazioni successive, economiche e strategiche, che investiranno la Corea del Nord nei prossimi anni. Trasformazioni militari e economiche di vastissima portata, con il sostegno di Iran, Federazione Russa, Cina ed altri. Fatta salva la struttura del Regime, tutto il resto deve, secondo Kim Jong Un, cambiare. E, nel cambiamento, lo Stato e il Partito devono divenire strumenti agili e rapidi nelle mani del Leader e del suo, in parte rinnovato, inner circle.L’obiettivo primario di Kim è quello del controllo della fase iniziale della trasformazione economica di Pyongyang, del mantenimento della presa sulle Forze Armate e il Partito, della creazione infine di una nuova classe dirigente, per la gestione della denuclearizzazione e della trasformazione economica.
Nel caso delle Forze Armate di Pyongyang, le nuove nomine hanno interessato soprattutto il Ministero delle Forze Armate del Popolo, il Dipartimento del Capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate del Popolo, con nomine nuove anche nel Direttorato delle Operazioni e, infine, riguardo al Direttore dell’Ufficio Politico Generale delle Forze Armate. Nella gerarchia specifica del sistema militare nordcoreano, si tratta delle tre cariche e posizioni più importanti. Inoltre, ogni ruolo dei tre indicati supra implica la presenza, alternata o fissa, nell’Ufficio Politico del Partito dei Lavoratori della Repubblica Democratica di Corea.
La “nuova geografia” del potere nordcoerano.
Quindi, le nuove nomine sono per No Kwang Chol, già primo vice-ministro del Ministero delle Forze Armate del Popolo, che sostituisce Pak Yong Sik, mentre Ri Yong Gil sostituisce il suo ex-capo, Ri Myong Su. Ri Yong Gil è stato comandante delle FF.AA. nordcoreane, membro del Comitato Centrale del Partito, ma è stato poi rimosso dal suo incarico nel febbraio 2016. Capo dello Stato Maggiore delle FF.AA. fin dall’agosto 2013, ha avuto una carriera nei ranghi, stabile e sicura, malgrado i recenti avvenimenti. Gil è stato, inoltre, dal 2014 al 2018, capo del comitato cittadino di Pyongyang del Partito del Lavoro. Ha accompagnato Kim Jong-Un in molte visite ai siti nucleari e batteriologici-chimici dal 2012 all’anno successivo. E’ probabile, data la cifra simbolica del potere nordcoreano, che sia uno dei veri dirigenti del programma nucleare e BC delle Forze Armate di Pyongyang. Prima dirigente civile del Partito, poi Gil è divenuto ufficiale delle FF.AA. di Pyongyang; sempre mantenendo, però, incarichi politici e di partito più che tecnicamente militari.
Un posto chiave: le leve del comando al Ministero della Difesa.
Kim Jong Un, peraltro, gioca ancora molte delle sue carte sul Ministero della Difesa. Esso è una fonte di valuta estera, di ottimi guadagni, in relazione con le Potenze amiche, di controllo sociale e di vera, fattiva politica estera. Con l’attuale leader Kim Jong Un sono stati nominati sei nuovi ministri della Difesa. Pak Yong Sik, lo notiamo tra poco, è stato uno dei ministri rimossi. Forse, egli ha avuto alcuni ruoli d’affari, ma non è escluso che, in futuro, non possa ricominciare la sua carriera, interrotta sulla base di non felici notizie sul suo ruolo di businessmannella fase della Sunshine Politics con la Corea del Sud. Membro del Consiglio di Stato, del Comitato Centrale e dell’Ufficio Politico del PdL nordcoreano, poi della Commissione Militare Centrale e infine del Comitato Politico del Comando della Difesa di Pyongyang. Qui, Kim Jong Un sta prendendo, evidentemente, le misure della sua potenziale lobby nemica. E certamente sta programmando la trasformazione, generazionale e politica, di tutte le cariche di rilievo della Repubblica Popolare di Corea.
No Kwang il Chol, nuovo ministro, lo vedremo questo anche in seguito, è stato capo del Secondo Comitato Economico, collegato alla supervisione e costruzione delle armi convenzionali e nucleari della Corea del Nord. Ottimo manager, fedele a Kim Jong Un. Ha avuto vari ruoli nel sistema politico nordcoreano. Si tratta di elementi, tutti questi nuovi nominati, che sono stati selezionati, certamente, nella misura della loro assoluta fedeltà a Kim Jong Un e al Partito, ma occorre però analizzare meglio il meccanismo decisionale delle Forze Armate Nordcoreane.
Il ruolo delle Forze Armate Nordcoreane.
Gli analisti che, ingenui come pochi, pensano a un Kim Jong Un “prigioniero” della sua classe dirigente non hanno capito nulla del meccanismo politico e economico della Corea del Nord. Per il Leader, occorre sia la fedeltà che la capacità professionale. E’ disponibile a passar sopra a qualche smanceria esteriore di troppo, ma Kim Jong Un vuole il meglio della sua tecnocrazia, fatta salva la fedeltà al partito e a sé stesso. E, soprattutto, l’assoluta estraneità ad ogni attività finanziaria e commerciale che abbia anche il minimo sentore di irregolarità. Chi è corrotto è alla mercé dei ricatti del nemico, sempre. Il Ministero delle Forze Armate è comunque posto oggi sotto il controllo, duale e simmetrico, della Commissione per gli Affari di Stato della Repubblica Popolare di Corea e della Commissione Militare Centrale del Partito del Lavoro. Il Ministero, comunque, si occupa principalmente della logistica, dell’addestramento, delle Forze Speciali e opera con circa trentasei organizzazioni esterne. Il Ministero acquisisce gli ordini, le richieste e le note dalle unità militari di base, poi le organizza tra la Commissione Militare Centrale, lo Stato Maggiore e il dipartimento delle Munizioni del Partito. Il Ministero, inoltre, si occupa delle finanze militari e opera con società commerciali e unità di produzione che hanno la possibilità di esportare beni e di fornire quindi il Paese con valuta pregiata. Si tratterebbe, in effetti, di almeno, lo abbiamo notato, di 36 società commerciali, che operano nell’export e nella distribuzione interna. Ma qualcuno parla di una cinquantina. Eccoli, quindi, i poveri ingenui analisti occidentali che credevano che le FF.AA. nordcoreane fossero un “terribile costo” per il popolo e un blocco pesantissimo per lo sviluppo economico. Era, ed è, vero il contrario.
Politica ed economia nel settore militare nordcoreano.
Abbiamo quindi un sistema militare che opera, soprattutto, con il 44°Ufficio delle FF.AA. di Pyongyang, nel controllo di gran parte del flusso di valute pregiate riguardanti la Corea del Nord. L’Ufficio per lo Scambio delle Tecnologie ha inoltre rapporti sia con le aziende possedute dal Partito che con il Dipartimento delle Munizioni del Ministero. Si occupa, in particolare, di acquisizione di tecnologie informatiche e di sistemi d’arma evoluti. Il Dipartimento Generale della Logistica cura, poi, soprattutto la rete delle fabbriche e delle fattorie che forniscono alle FF.AA. di Pyongyang il cibo e il vestiario. Talvolta esse operano per il mercato civile ed estero del food e dell’abbigliamento. Il Ministero, comunque, è sottoposto alla Commissione per gli Affari dello Stato, che è originata sia dal Governo che dal Partito che, non dimentichiamo, dalla Commissione Militare Centrale, che è comunque emanazione del solo nesso partito-governo. Fino ai primi anni del 2000, è bene ricordarlo, il ministero delle FF.AA. nordcoreane controllava direttamente il Dipartimento Politico, lo Stato Maggiore, il Comando della Sicurezza Militare, l’Ufficio Riconoscimento e il Comando della Guardia Costiera. Poi, intorno al 2007, tutte queste strutture divennero parte integrante del Ministero stesso, che venne posto unitariamente sotto il controllo della Commissione Nazionale di Difesa. Quest’ultima, poi, nel 2016, è stata ristretta nei suoi poteri e sottoposta alla Commissione per gli Affari di Stato.
I quadri delle forze armate di Kim Jong Un.
E’ inoltre da notare che Kim Jong Un, diversamente da Kim Jong Il, ha rivoluzionato i quadri delle Forze Armate nordcoreane più di qualunque altro predecessore. Per esempio, ci fu il passaggio di consegne del febbraio 2009, poco prima che il ruolo, per Kim Jong Un, di erede di Kim Jong Il fosse ufficialmente dichiarato. Il che avvenne, come ricordiamo, nel settembre 2010. In quella fase, furono cambiate solo sette delle posizioni più importanti nel sistema militare di Pyongyang. Era l’inizio del grip sul potere di Kim Jong un. Il Leader di Pyongyang ha poi analizzato attentamente tutte le posizioni militari e economiche, fin da prima della sua piena nomina. Dal luglio al novembre di quell’anno, poi, il Comitato Politico delle FF.AA. è stato passato al setaccio da parte della leadership nordcoreana. Fu, la prima, una verifica organizzata dall’Ufficio della Guida, la prima, appunto, dopo il 1996. Ci furono alcune sorprese: per esempio, navi del CP che pescavano, di nascosto, in acque giapponesi, qualche promozione militare sostenuta da quelle che gli italiani chiamano “mazzette”, qualche problema contabile e alcuni sospetti di corruzione. Kim Jong Un, come è caratteristico del suo ruolo politico, è stato durissimo con queste situazioni. Proprio durante il 2017, molti dirigenti dell’Ufficio Politico delle FF.AA. nordcoreane sono stati, infatti, eliminati, con effetti nelle forze militari che implicano, come è facile immaginare, anche il Ministero degli Affari Esteri. Solo dopo questa lunga “purga” Kim Jong Un si è dedicato alle trattative con la Corea del Sud e gli Usa.
Son Chol Ju.
Son Chol Ju, uno dei promossi, con il ruolo di colonnello come, si direbbe nel sistema militare italiano, “con funzioni superiori”, è stato nominato nel novembre 2017 a capo del Dipartimento Affari Organizzativi delle FF.AA. nordcoreane, una nomina che è stata resa pubblica solo nel maggio 2018. Son Chol Ju ha sostituito, lo abbiamo visto, Jon Nam Jin e, molto probabilmente, anche Kim Wong Hong. Son Chol è stato, fino ad oggi, il direttore per l’organizzazione del Comitato Politico, dove ha svolto tutta la sua carriera. Prima di questo incarico, Son Chol Ju era a capo del direttorato politico della Forza Aerea e della Contraerea, oltre ad essere capo del rispettivo comitato politico. Probabilmente, Son è stato a capo, nel Comitato Politico, del settore Propaganda, soprattutto nell’area della Capitale. Kim Jong Gak è stato poi eletto nel Comitato Politico del Partito dei Lavoratori nella riunione dell’aprile 2018.
Le élite del potere di Pyongyang.
Si tratta, comunque, di trasformazioni dell’élite del potere di Pyongyang che manifestano il potere estremo e non trattabile ormai raggiunto da Kim Jong Il, diversamente da quanto pretendono le più ingenue, ma molto diffuse, analisi occidentali. E’ questo uno dei segni che, in una fase estremamente importante della repubblica Coreana del Nord, il Partito vuole controllare i suoi “corpi separati”, per evitare le “rendite politiche”, i sistemi di influenza, anche di provenienza estera, le aree di finanza grigia e nera che tutte, oggi, devono trasformarsi e essere direttamente controllate dal Partito e dal suo nucleo dirigente. Da studiare, in questo frangente, le carriere di figure importanti come Jo Kyong Chol, direttore dal 2009 del Comando Militare della Sicurezza, membro a pieno titolo del Comitato Centrale del PdL nordcoreano e membro, non lo si dimentichi, del comitato per le Esequie di Kim Jon Il. E’ stato essenziale, Jo Kyong Chol, nel consolidamento del potere per Kim Jong Un, un membro del settore della “vecchia guardia” che voleva la continuità, l’indipendenza, la potenza militare per la Corea Settentrionale. Ed ha accettato, quindi, il nuovo sistema delle relazioni internazionali di Pyongyang.
L’apertura di Pyongyang al mondo.
Oggi, Kim Jong Un vuole certamente la continuità del regime, ci mancherebbe altro, ma anche e soprattutto l’emersione di una classe dirigente capace, per formazione e cultura politica, di organizzare la stabilità di Pyongyang in una fase di apertura al mercato-mondo. Ri Song Guk, altro fer de lance dell’attuale sistema politico-militare di Kim Jong-Un, comanda oggi il IV Corpo dell’Esercito di Pyongyang; avendo comandato la 39° Divisione, una struttura militare molto particolare che si trova vicina al Mare Giallo e alla Linea di Confine del Nord. E’ oggi direttore delle Operazioni Speciali del Comando Centrale. Yung Jong Rin, poi, Comanda le Guardie, egli è quindi responsabile della sicurezza personale di Kim Jong Un, ma ha avuto lo stesso incarico con Kim Jong Il e comanda, dunque, il più tecnologicamente avanzato servizio di sicurezza della Corea del Nord. Membro della Commissione Militare Centrale dal settembre 2010 e membro del Comitato Centrale del partito, generale dal 22 aprile del 2010. Ecco, Kim Jong Un si sta preparando la classe dirigente che difenderà gli interessi di Pyongyang nella sua nuova, progressiva, lenta globalizzazione.